Vaccini, pessima strategia organizzativa *
di Orlandino GRECO *
“È BENE dirlo con franchezza, al di fuori di ogni vuota retorica e senza spirito giustificazionista alcuno nei confronti delle ‘allegre’ gestioni politiche che ne hanno causato la venuta: oltre dieci anni di commissariamento della Sanità calabrese hanno ridotto allo stremo l’intero comparto.
Non è stata riorganizzata la rete territoriale e quella ospedaliera, sono stati effettuati tagli lineari alla spesa e alle infrastrutture, con un’impostazione di tipo ragionieristico, senza un progetto organico e complessivo che si basasse sui bisogni sanitari della popolazione. Morale della favola: meno servizi, emigrazione sanitaria mai vista prima e nessun pareggio di bilancio raggiunto rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano di rientro. Era immaginabile, quindi, che i nodi sarebbero venuti al pettine alla prima vera emergenza da affrontare. L’andamento della vaccinazione ad oggi, ha dimostrato i limiti di un’organizzazione delle Aziende Sanitarie scarsamente efficiente.
Anni di ritardo nella riorganizzazione della rete territoriale, dal DCA n. 65 del 3 marzo 2018 sono passati 3 anni, che ha impedito di avere una capillare distribuzione territoriale di poliambulatori a disposizione dei cittadini, utilissima in condizioni di emergenza. Dilettantismo politico e incapacità amministrativa che si ripercuotono anche sulla gestione dei fondi comunitari, con il rischio concreto di perderli o disperderli per inettitudine delle strutture commissariali, come nel caso di continuare a proporre i modelli “case della salute”.
Ma nonostante tutto, nonostante i ritardi e la disorganizzazione delle Aziende Sanitarie, i medici del territorio e soprattutto la capillarità dei 1500 di Medicina Generale, se vi fossero dosi disponibili, riuscirebbero in pochi mesi a vaccinare tutta la popolazione calabrese. Allora, fermo restando le problematiche di fondo che certamente contribuiscono ad aumentare lo stato di confusione organizzativa e comunicativa delle ASP, il paradosso è che il vero problema è la mancanza di vaccini! Ci sono Comuni, tutt’oggi, ai quali non è stata consegnata nessuna dose. Una vicenda che deve avere eco nazionale se pensiamo che, proprio a causa dei nostri problemi e ritardi strutturali, inerenti soprattutto alla carenza di posti letto nelle terapie intensive, il Governo Conte dichiarò la Calabria preventivamente zona rossa in più occasioni.
La creazione della piattaforma unica per la prenotazione del ciclo vaccinale destinato ai soggetti fragili è l’ultimo atto di una politica approssimativa, tesa a nascondere il fallimento di una strategia organizzativa farlocca e per coprire gli “ammanchi” delle dosi, misteriosamente sottratti alla fruibilità degli aventi diritto. La piattaforma di prenotazione ha esautorato quel poco di buona rete organizzativa fondata sulla collaborazione tra Comuni ed Aziende Sanitarie. In siffatta contingenza, occorre ritornare ad un rapporto di sana collaborazione tra Asp, Enti Locali ed Associazioni di Volontariato. Il Ministro della Salute inibisca questa ennesima trovata inconferente della piattaforma, che lede i diritti dei cittadini soprattutto di quelli appartenenti alle categorie fragili e, se nel caso, provveda a “commissariare” il Commissario ad Acta per il Piano di rientro dai disavanzi sanitari Regionali.
Nella distribuzione dei vaccini, ancora una volta si registra una disparità tra le regioni del Nord e quelle del Sud. La Liguria con 1.512.672 residenti ottiene oltre 300.000 vaccini; la Calabria con 1.894.000 residenti solo 285.460 dosi; l’Emilia Romagna quasi 800.000 vaccini per poco più del doppio della nostra popolazione; discorso simile per la Campania, con 5.712.000 abitanti oltre 1 milione in più dell’Emilia, ma solo 771.295 dosi. Se analizziamo l’indice di vaccini per cittadino, vedremo lo 0,17 dell’Emilia, lo 0,16 del Veneto e solo lo 0,15 della Calabria.
Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile assuma in proprio la responsabilità, a livello nazionale, delle operazioni connesse alla campagna vaccinale.
Purtroppo i problemi restano quelli che da oltre 150 anni penalizzano il Sud, dei quali nessuno parla ma rispetto ai quali noi saremo sempre in trincea per rendere il nostro un Paese più giusto, più equo”.
* Segretario federale de L’Italia del Meridione