Tanto tuonò che piovve *
di Enzo GABRIELI *
NELLA notte, a poche ore da quello che è sembrata una vera e propria dichiarazione di guerra, i cieli dell’Ucraina si sono illuminati. Immagini che ricordano altre guerre sui Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo e governati da terribili dittatori. Ora i cieli dell’emisfero europeo si illuminano di fuochi, proiettili a lunga gittata e missili, per rendere inoffensive le difese di uno Stato sovrano.
Ambiguità nel discorso di chi dice di non voler imporre nulla ma che tende a destabilizzare il governo, anzi Putin la chiama “la giunta” che guida il Paese e costringerli alla resa, ad accettare supinamente di restare in quel limbo, in quello spazio di libertà concessa nella quale non è previsto che un piatto di lenticchie. Ma mai lo zar Vladimir permetterà l’adesione alla Nato di una porzione della grande Russia, di un territorio resosi indipendente ma con una libertà parziale e limitata. Già nelle prime ore di questa mattina si parla di morti, di feriti e dispersi. Ad avere la peggio, ovviamente, gli ucraini che di fronte al grande esercito russo sono come formiche che tentano una qualche resistenza. Le agenzie, minuto per minuto, informano il mondo. I mercati sono già altalenanti e nuove misure vengono annunciate in sede Europea e dagli Stati Uniti.
Sarà una guerra veloce, dicono gli analisti, e che annichilirà il Paese. Il muscoloso impero sovietico mostrerà la sua forza ma non potrà reggere a lungo sul controllo del territorio. Altri studiosi di questi fenomeni invece annunciano di mesi di grande povertà ed incertezza in Ucraina e per l’intero comparto europeo già segnato da una crisi economica in atto. Migliaia di profughi in movimenti, tanti altri previsti verso la Polonia per le prossime ore. Sono messi in pericolo le persone, i beni, la sicurezza e stabilità economica dell’intera Europa.
Putin ha scelto la sanguinaria via della guerra e dell’invasione di uno Stato sovrano, ha dichiarato Biden. Convocati per le prossime ore i tavoli della sicurezza, della diplomazia europea e delle strategie militari. Ma ora la strada è tutta in salita. Ora non basteranno le sanzioni.
*sacerdote e giornalista
Fonte: Parola di Vita