Valle del Savuto, la complessa vertenza dei tirocinanti: “è il momento di trovare una soluzione”
DI LAVORO si è parlato nella Valle del Savuto. “È una vertenza complicata, difficile, quella dei tirocinanti, che va ormai avanti da troppi anni”. Queste le parole di Luca Nicoletti, segretario provinciale Uil Temp Cosenza. Virgolettato comune al pensiero e alle preoccupazioni espresse dal resto delle sigle sindacali presenti nei giorni scorsi all’assemblea nella sala di Calabria Verde (Piano Lago) di Santo Stefano di Rogliano. Ennesimo grido d’allarme rivolto alla Regione Calabria da parte di precari, sindacalisti e amministratori locali che, con voce unanime chiedono di trovare una soluzione. “Dai tirocini al lavoro”, questo il titolo dato all’incontro che ha visto la partecipazione anche di una rappresentanza giunta da Altomonte. In assemblea padri di famiglia, mamme. Tante persone in veste di lavoratori di un sistema che al momento li vede impiegati ma “fantasmi” in alcuni diritti. Incontro fortemente voluto per tracciare in maniera chiara un quadro generale sulla vertenza dei Tis (Tirocinanti Inclusione Sociale). “Siamo megafono dei tanti lavoratori che da troppo tempo vivono in uno stato di precarietà”. È quanto affermato dal segretario nazionale Uil Temp, Gianvincenzo Benito Petrassi. Ed ancora: ”i tirocinanti dovevano essere persone da formare per poi immetterle nel lavoro, invece sono impiegate con una retribuzione minima e senza garanzie basilari. Niente ferie, malattia, contributi, nulla di tutto ciò. Ritengo che la misura sia colma. È il momento di trovare una soluzione”. Migliaia di persone (in Calabria oltre quattromila) chiedono a gran voce il riconoscimento della loro attività giornaliera. Forza lavoro impegnata nel quotidiano e divenuta nel tempo importante per mandare avanti l’amministrazione pubblica. “Noi amministratori abbiamo bisogno di queste persone che contribuiscono all’espletamento dei servizi. Le nostre Comunità ne avvertono la presenza e ne verificano quotidianamente la loro azione. Ecco perché oggi sono qui, assieme ai tanti miei colleghi, per sostenere la loro rivendicazione”. Pensiero espresso dal sindaco di Mangone, Orazio Berardi, che non ha elemosinato parola, anzi intervenendo al dibattito ha confermato il pieno sostegno. Sono circa dieci anni che uomini e donne sono impegnati in Comuni, Province, Tribunali, settori dei Beni culturali e Scuole, a svolgere diverse mansioni. Dagli uffici alla manutenzione sul territorio, affiancando i dipendenti di ruolo. Tuttavia sono tanti i tirocinanti che allo scadere dell’anno “potrebbero” rimanere con “un pugno di mosche in mano”. Si chiede per questo il riconoscimento di un Bacino per una contrattualizzazione successiva. Questa sembra essere una via percorribile. Dai sindacati: “attualmente manca una norma e i fondi necessari per trovare una soluzione affinché si arrivi ad un lavoro vero. Dalla voce dei lavoratori unanime il sentimento: “non vogliano essere una nuova sacca di disoccupati dopo tanti sacrifici”. Hanno portato il loro sostegno tra gli altri: Luca Muzzopappa, segretario regionale Uil Temp Calabria, Ivan Ferraro della Nidil Cgil Calabria e Gianni Tripoli della Felsa Cisl.
(Massimiliano Crimi)
I numeri del precariato. Chi sono i Tis?
I Tirocinanti sono ex lavoratori provenienti da aziende allocate in Calabria che in diversi momenti (e comunque in passato) hanno delocalizzato le loro attività. Notizia catastrofica in una regione già fortemente deficitaria per le opportunità d’impiego. Per migliaia di lavoratori si è palesato di colpo lo stato di disoccupazione. Difronte a questo scenario, un’azione tampone della Regione Calabria e dal Ministero del Lavoro, avviata per sostenere migliaia di famiglie attraverso un’indennità (ex mobilità in deroga) e poi, per alcuni anni, sotto forma di tirocini formativi, ora Tis (Tirocinio Inclusione Sociale). Il personale oggi è presente in diversi enti della pubblica amministrazione. Si contano approssimativamente ma danno misura dell’enorme numero di persone coinvolte: nel Ministero della Giustizia circa settecento cinquanta persone, nel Miur e nel Mibac oltre mille e duecento unità. Negli enti pubblici (Comuni) e in quelli privati più di quattromila e seicento. Per loro potrebbe essere l’ultimo anno di tirocinio. Speriamo in soluzioni migliori.
(Massimiliano Crimi)
Fonte: Parola di Vita