Ex Lsu-Lpu, diversi Comuni in ritardo con l’incremento dell’orario lavorativo. L’Usb proclama lo stato di agitazione

L’Unione Sindacale di Base ha proclamato lo stato di agitazione del personale ex Lsu-Lpu in servizio negli enti locali chiedendo l’attivazione della procedura di raffreddamento e conciliazione. “Nonostante – si legge in un documento – l’Accordo Quadro del 14 marzo 2022, sottoscritto tra Regione Calabria e parti sociali, avesse stabilito i criteri per il riparto del fondo regionale storicizzato, con un aumento annuo pro capite di circa 5000 euro da destinare all’incremento dell’orario lavorativo molti lavoratori ex Lsu-Lpu non hanno ottenuto alcun beneficio dagli ulteriori stanziamenti nazionali, rimanendo con orari di lavoro che impediscono di ottenere uno stipendio dignitoso”. L’USB Calabria ha chiamato in causa diverse Amministrazioni comunali “in forte ritardo nel dare risposta a quello che è il risultato delle lotte di questi lavoratori, altre addirittura intendono utilizzare furbescamente queste maggiori risorse non in aggiunta ma in sostituzione delle somme di competenza comunale”. Per il Sindacato di Base dunque “è a rischio una importante vittoria frutto della mobilitazione dei lavoratori”. “Purtroppo – conclude la nota – nonostante le diverse richieste di incontro a dirigenti e istituzioni, viene impedito a questa organizzazione sindacale di svolgere pienamente il suo ruolo, negando la possibilità di essere aggiornata e di poter rappresentare le varie problematiche denunciate dai lavoratori”. Da qui la proclamazione dello stato di agitazione e l’annuncio di eventuali “ulteriori forme di mobilitazione a garanzia dei diritti dei lavoratori”. (R.S.)

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