Le bussole di un nuovo umanesimo cristiano secondo Fabio Mandato

NUOVA fatica per l’avvocato e giornalista, ora anche teologo, Fabio Mandato (nella foto). Il giovane scrittore ci offre un nuovo lavoro nella quale apre uno spazio di riflessione sulla tarda modernità o meglio dire il post moderno e sulla grande domanda: come incastonare in esso il nuovo umanesimo, o l’umanesimo di sempre?

Due categorie di lettura, quella della paternità e quella della fraternità, meravigliose e concrete, ma anch’esse in una crisi profonda che arriva ad alcuni decadimenti assurdi narrati dalle cronache. La pista di lavoro, l’autore la individua nella “Fratelli Tutti” di papa Francesco, rileggendone alcuni passaggi come “valida proposta” per il futuro prossimo di una umanità che deve sapersi rapportare con il creato e i nuovi orizzonti che aiutano l’essere nel suo continuo trascendersi. Dalle scoperte mediche a quelle astronomiche, dai fenomeni migratori a quelli dei conflitti e delle nuove povertà. Alla crisi valoriale, l’autore propone il paradosso cristiano, del Dio che si fa uomo, del Dio della paterna misericordia e della materna accoglienza. Di un si detto che diventa “generativo” come nelle due figure della Santa Famiglia. Maria e Giuseppe sono il possibile di Dio incarnato nella disponibilità dell’uomo. Ecco che allora, le categorie, diventano bussole, come stelle di una costellazione al cui apice non smette di brillare Cristo, anche nella notte di una umanità che i catastrofici vedono come l’anticamera della fine. Nessuna ricetta preconfezionata ma stimoli per alzare ancora lo sguardo, cercare ancora spazi di cielo, torna quasi il richiamo dell’Alighieri di uscire “per rivedere ancora le stelle”. Un uomo che non è capace di Cielo è un uomo finito, un uomo che lo scruta è un “ricercatore sinfonico della verità dell’essere e della realtà”. Ritengo che Mandato, vuole raddrizzare quella curva dell’oblio con il possibile di Dio, in quella ricerca di Cielo dal quale l’uomo stesso desidera tornare.

Fonte: Parola di Vita

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