PdV compie 95 anni.”La notizia che dà speranza” *

* di mons. Francesco NOLE’

Può la nostra fede offrire un apporto concreto alla ricostruzione sociale ed ecclesiale nel post Coronavirus? Sono tante le ferite lasciate da questa pandemia e tante altre emergeranno nei prossimi mesi. Come Chiesa saremo chiamati a dare il nostro contributo perché nessuno resti indietro, perché nessuno perda la speranza, perché insieme si ricostruisca il tessuto della famiglia umana. Ci ritroveremo di nuovo a navigare in mare aperto, a percorrere sentieri già esplorati e abitare luoghi già vissuti, ma tutto apparirà diverso, apparirà nuovo e inedito. Dopo questa lunga quarantena la ripartenza non sarà facile ma ai credenti, e ai pastori in particolare, toccherà il compito di indicare l’orizzonte sempre luminoso che ci permetterà di non restare ingabbiati nel tunnel del fatalismo o delle false illusioni. Potrà capitare di risentire voci di sventura e pioggia di accuse su ritardi e crisi economiche, potrà capitare di assistere a nuove corse per accaparrarsi i beni e allo sfruttamento della casa comune, potrà capitare a tanti di non avere la forza per rialzarsi. Le relazioni tra gli uomini che hanno vissuto o subìto l’isolamento rischieranno di essere ancora più liquide portandoci al “rifugio” virtuale, ma noi dovremo rifuggire da questa terribile tentazione che porta l’uomo a chiudersi nell’egoismo delle proprie mura. L’annuncio nuovo, l’annuncio di sempre, sarà quello di costruire vere e autentiche relazioni, dalla famiglia alla città, dalla Chiesa al mondo. Il volto di Dio Trinità ci ricorderà proprio questo: siamo fatti ad immagine di Dio, per le relazioni e di relazioni. Solo così la barca del credente potrà ancora avventurarsi sul mare della vita reale degli uomini, altrimenti saremo condannati all’irrilevanza del messaggio di cui siamo portatori.

In questi mesi di dura prova abbiamo potuto cogliere quanto gli strumenti di comunicazione sono utili alla missione della Chiesa, quanto possono essere efficaci; Parola di Vita, che non è solo un giornale diocesano ma un progetto pastorale, ha dato il suo contributo per essere voce e strumento di informazione e di pastorale. I 95 anni del nostro settimanale, che celebriamo in questi giorni, ci ricordano l’impegno di essere presenza nella società per un uomo che in cuor suo, ne abbiamo avuto prova in questi giorni, cerca il Signore, desidera una parola di speranza. Come diceva Sant’Agostino: ad un mondo che sembra dissolversi e sprofondare dobbiamo contrapporre l’opera di Dio che va radunandosi come una grande famiglia affinché divenga il volto della città eterna, il luogo della piena felicità, dove non abitano egoismi e vanità ed emerge l’amore. I l tempo della ricostruzione sarà il tempo dei valori, delle responsabilità, di una rifondazione etica e non solo economica della società. Potrà essere quasi un nuovo Rinascimento, se gli uomini saranno capaci di mettere in campo le risorse umane, scientifiche, culturali e spirituali. Penso sia questo il grande richiamo che sta facendo papa Francesco in questo periodo. A noi il compito di non smettere di annunciare la Speranza, che non è solo l’utopica promessa, ma la capacità di indicare il vero orizzonte. Un profeta dei nostri giorni, Helder Camara, chiamato il vescovo dei poveri, amava ripetere: “beati quelli che sognano: trasmetteranno speranza a molti cuori e correranno il dolce rischio di vedere il loro sogno realizzato”. Congratulazioni, Parola di Vita, perché dopo novantacinque anni sei ancora giovane e stimolante, formativa e informativa per la nostra Chiesa di Cosenza – Bisignano, con il volto appassionato e dinamico di Don Enzo che la dirige e dei suoi bravi giovani che collaborano con lui. Auguri, perché possiate continuare a tracciare la via che porta alla vita, nell’ascolto fedele e assiduo della Parola, per diventare sempre di più per i nostri cristiani “Parola di Vita”. 

*Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano

Fonte: Parola di Vita

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