Storie di migranti. Belsito, Elvis è il primo nato durante il periodo dell’accoglienza

DICIASSETTE sono i minori complessivamente accolti nel progetto insieme alle loro famiglie, uno dei quali – Elvis – è nato proprio durante il periodo di accoglienza e ha ricevuto il sacramento del Battesimo nella parrocchia di Belsito (nella foto). Il piccolo Comune della Valle del Savuto è stato teatro anche di una storia a lieto fine di “ricongiungimento” familiare. Sono i primi di dicembre 2016 quando il primo nucleo arriva nel progetto. È composto da  marito, moglie e tre figli minori, rispettivamente di 8 e 6 anni e, l’ultimo, di appena 4 mesi, e proviene da un Centro di prima accoglienza sardo, dove era stato collocato subito dopo lo sbarco a Lampedusa. Il barcone su cui viaggiavano, proveniente dalla Libia, come spesso accade, stava per affondare per le troppe persone a bordo e per la conseguente imbarcazione di acqua. Erano in 1.200 quella lunga notte del 31 agosto 2016, come riporta ampiamente la cronaca di quei giorni. Le operazione di soccorso in mare furono talmente concitate e veloci che il nucleo perse uno dei suoi componenti, il figlio più grande, tredicenne, che, ritenuto un minore straniero non accompagnato, viene accolto in un centro per minori siciliano, mentre il resto della famiglia in Sardegna. Soltanto una volta accolti  nei rispettivi centri riusciranno a spiegare l’accaduto e a ritrovarsi. Il contatto che riescono a stabilire, tuttavia, è solo telefonico.  Le operazioni di ricongiungimento, infatti, non sono semplici: la sola dichiarazione di parentela, infatti, non è sufficiente. È invece necessario che si pronunci al riguardo il Tribunale per i minorenni investito del caso, dopo aver accertato l’effettiva parentela dei componenti il nucleo, anche attraverso l’audizione del minore e il riconoscimento fotografico dei genitori. Passeranno ben quattro mesi dallo sbarco al Decreto del Tribunale e sarà proprio il personale del progetto territoriale del Comune di Belsito, ad accompagnarlo nella casa che da qualche settimana aveva accolto i suoi genitori e i suoi fratelli.  L’ultimo nucleo familiare accolto, invece, rientra nel programma Resettlement o reinsediamento, che è uno strumento di protezione internazionale destinato ai rifugiati fuggiti dal proprio paese d’origine e temporaneamente rifugiatosi in un altro paese di primo asilo e che vengono ulteriormente trasferiti – “re”insediati – in un paese terzo, dove trovano una protezione permanente. Il programma resettlement italiano si concretizza con l’accoglienza dei rifugiati in  strutture messe a disposizione dagli enti locali finanziati nell’ambito del Sistema Siproimi. I minori accolti insieme alle loro famiglie nel progetto del Comune di Belsito frequentano gli istituti scolastici del territorio. I loro genitori, così come gli uomini singoli, vengono invece coinvolti in attività quali i tirocini formativi, i corsi di formazione professionale, le attività di insegnamento della lingua italiana. Al fine di favorire l’incontro e la conoscenza con la comunità di accoglienza, poi,  periodicamente vengono coinvolti in attività laboratoriali. Al termine del periodo di accoglienza nel progetto Siproimi del Comune di Belsito, molti dei beneficiari hanno deciso di restare nel territorio o in quello limitrofo, ricevendo supporto per l’individuazione di strutture alloggiative autonome e opportunità occupazionali. Altri, hanno proseguito il loro viaggio altrove.

Fonte: Calabria che Accoglie 2.0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.