“No alla propaganda guerrafondaia”. Unical, nota di Fgci e collettivo Aula Studio Liberata
RICEVIAMO e pubblichiamo:
IN UN CLIMA di corsa al riarmo dei vari Governi, in cui i costi della guerra vengono scaricati sui popoli sotto forma di carovita, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria pensa bene di organizzare una conferenza sul contributo “eroico” dato dai calabresi durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, scadendo in una vergognosa propaganda guerrafondaia che trasforma il massacro dei popoli in un evento da celebrare. Il convegno ha visto la partecipazione di Raffaele Perrelli (direttore del dipartimento di Studi Umanisti) e di militari, carabinieri e poliziotti apertamente schierati a favore della partecipazione italiana al conflitto in Ucraina, tramite l’invio di armi (e non solo). A contraddire le loro voci bastano i fatti storici, che raccontano una verità completamente diversa. Le classi popolari calabresi (in particolare la Brigata Catanzaro) furono trattati come carne da macello durante i conflitti mondiali, e furono costretti a combattere alcuni tra gli attacchi più sanguinosi e violenti avvenuti in quegli anni.
Furono proprio queste le cause della rivolta della Brigata Catanzaro, avvenuta il 15 luglio 1917, che fu il più grave episodio di ammutinamento registrato durante la prima guerra mondiale.
Non “eroi di guerra” dunque, come l’Università della Calabria vorrebbe far credere ai suoi studenti, ma uomini delle classi popolari mandati a morire per il profitto di pochi, che scelsero di ribellarsi contro uno stato che gli chiedeva di sacrificare la vita in nome della “difesa della Patria”.
Gli studenti e le studentesse dell’Unical si oppongono a vedere la propria università trasformarsi in un luogo di propaganda guerrafondaia, e pretendono invece che da ogni parte si lotti per costruire la pace.
Fonte: FGC – Collettivo Calabria Aula Studio Liberata