Prevenzione prenatale, parla il presidente della fondazione “Il Cuore in una Goccia”
APPARE sempre più importante parlare di prevenzione medico-sanitaria rispetto a qualsiasi patologia. Lo è anche per quelle prenatali e la ricerca a tutela della salute delle future mamme e futuri nascituri. Ecco perchè è fondamentale promuovere la diffusione della cultura preconcezionale, prenatale e postnatale che possa tutelare le loro vite. Dell’importanza di queste ricerche se ne è fatta carico la Fondazione “Il Cuore in una Goccia”, già dal 2015, quando i suoi tre fondatori: il prof. Giuseppe Noia, già medico con esperienza trentennale al Policlinico A. Gemelli di Roma, la moglie Anna Luisa Teano e Angela Bozzo hanno deciso di dare vita a questo progetto del cuore. Sì, proprio del cuore. Perché i professionisti sanitari che vi lavorano lo fanno con il cuore, mossi da spirito di volontariato e dal sostegno esclusivo della vita nascente, studiano le gravi patologie e malformazioni del feto. Vi starete chiedendo quanto coraggio e forza d’animo possa albergare negli animi di questi studiosi, certamente ricchi di una grande fede da far combaciare con la scienza. La stessa fede che ha legato il destino del professore Noia con quello di Madre Teresa di Calcutta, accomunati da azioni di bene verso bambini, donne e famiglie.
L’aiuto della Fondazione si muove su quattro sfere che vanno dalla prevenzione all’informazione, passando per la terapia e l’accompagnamento. Fare prevenzione significa fare una scelta consapevole della vita umana che viene accolta nel proprio grembo: “Le nostre vite si fondano sull’attesa che è l’orchestra dei nostri giorni, l’attesa di un bambino, di una gioia, di una bella notizia – spiega il presidente Noia – l’informazione, e quindi la conoscenza, non possono essre tralasciate perché su esse si fonda la consapevolezza individuale”. La Fondazione non dà solo sostegno scientifico con le possibili cure del feto, ma infonde anche speranza e solidarietà, grazie a innumerevoli iniziative sociali e culturali, fatte di percorsi di accoglienza e vicinanza alle donne per mezzo dell’arte e della musica. Ne è testimonianza il loro ultimo evento di beneficienza, “L’arte diventa Vita”, tenutosi lo scorso 22 settembre a Roma nella Domus San Sebastiano, dal tema “La vita nascente guardando ai più indifesi in assoluto, i bambini affetti da fragilità prenatali”. Un suggestivo percorso nella produzione artistica di Adolfo A. Magnelli che sposa la delicatezza della vita nascente, importante filo conduttore anche della presenza del maestro Giuseppe Menozzi. Le opere esposte sono state acquistate e hanno contribuito alla raccolta fondi a sostegno delle attività di studio e ricerca scientifica della stessa Fondazione e rappresentano una “piccola grande goccia” nell’oceano del grande bene che si può fare al mondo.