Mendicino, Presepe stabile in grotta. Don Enzo Gabrieli: “messaggio di pace e speranza” (video)
HA DESTATO l’interesse dei fedeli ma anche quello della critica con giudizi positivi sia per il messaggio religioso che per quello strettamente artistico legati alla sua idea progettuale. Quest’ultima nata dalla volontà di valorizzare un luogo di per sé già caratteristico per la natura fisica contraddistinta da una genesi tettonica avvenuta circa venticinque milioni di anni addietro e un successivo modellamento determinato negli ultimi sei milioni di anni. Si tratta delle grotte situate in prossimità del Santuario di Santa Maria dell’Accoglienza in Mendicino, lungo la strada che conduce a Carolei. In una di queste è stato allestito un Presepe stabile. “Una idea vecchia di molti anni. Ma il Signore scrive i tempi giusti – ha spiegato don Enzo Gabrieli – e in occasione degli ottocento anni dalla nascita del Presepe quella idea si è trasformata in un segno di speranza per la Comunità. Un segno di pace, bellezza e luce per tutti noi”.
Il parroco ha ringraziato la famiglia che ha donato il terreno (in memoria di Mimì Gaudio), i dipendenti comunali che hanno contribuito alla sistemazione della cavità, e l’esperto Francesco La Carbonara che ha effettuato una interessante delucidazione sulle particolarità geologiche del luogo. Alla iniziativa hanno partecipato il vice commissario del Comune di Mendicino, il comandante della Stazione dei Carabinieri, i Cavalieri del Santo Sepolcro, gli scout dell’Agesci e le organizzazioni territoriali di volontariato. Le opere sono state realizzate in stile moderno mediante la “tecnica del non finito” dallo scultore Gabriele Ferrari di Altilia. Rappresentano la Natività e San Francesco di Assisi.
“Abbiamo cercato di imitare San Francesco di Assisi che volle vedere con gli occhi i luoghi della nascita del Divino Bambino. Da tanti anni – ha precisato don Enzo Gabrieli – abbiamo sognato di realizzare questo Presepe sulla strada del nostro Santuario per ricordare a tutti la speranza. Questa grotta è particolare, preziosa. Ci ricorda come il Signore viene in mezzo a noi nei momenti più bui. Le grotte sono buie però da quando Gesù è entrato in quella di Betlemme la grotta si è trasformata in Presepe. Se facciamo entrare il Signore nella nostra vita, se c’è un momento di fragilità, questa vita si trasforma in Presepe”. La manifestazione ha previsto la scopertura di una lapide e un breve ricordo del sacerdote (don Eugenio Parise) che ha contributo a erigere, nel 1917, il Santuario dedicato alla Vergine.
(Gaspare Stumpo)