“La Regione restituisca il Santa Barbara ai roglianesi” *

RICEVIAMO e pubblichiamo:

IL RECENTE provvedimento della Regione Calabria con il quale l’Ospedale di Rogliano è stato escluso dalle misure di potenziamento sanitario regionale ha lasciato tutte le popolazioni della Valle del Savuto in uno stato di vera preoccupazione. Le più dirette ripercussioni del decreto di esclusione riguardano in primo luogo l’accessibilità ai servizi sanitari e la sicurezza e serenità di tutti i cittadini del Savuto. Anche l’associazione “Sulla strada di Melissa” in un recenrte incontro a Parenti ha tuonato che “l’esclusione dell’ospedale di Rogliano aggraverà ancora di più la situazione già precaria del sistema sanitario locale aumentando i tempi di attesa e compromettendo la qualità delle cure”. L’associazione apolitica di Parenti poi, a mezzo dell’attivissima presidente Stefania Abbate, nel preannunciare ulteriori manifestazioni di protesta e sensibilizzazione , non si stanca mai di chiedere agli amministratori locali di attivarsi per ridare alle popolazioni ciò che le è stato tolto nel corso degli ultimi anni e che ne ha fatto popolazioni di serie B.

Non possiamo che associarci a queste azioni di sensibilizzazione rivolgendoci in primo luogo al sindaco di Rogliano per sapere se e quali iniziative il Comune ha intrapreso sino ad oggi, a tutela dei roglianesi, per contrastare l’approvazione del decreto e invitandolo per il futuro a farsi capofila , quale primo cittadino del Comune ancora più rappresentativo della Valle del Savuto, e unitamente agli altri sindaci ricordare al Presidente Occhiuto un po’ di storia dell’ospedale di Rogliano rimarcando che esso è stato costruito anche con i soldi dei roglianesi. Non tutti sanno infatti, alla Regione Calabria, ma forse anche al Comune di Rogliano, che negli anni ’60, quando l’allora sindaco On. Pietro Buffone, avviò questa iniziativa lanciò anche una raccolta fondi rivolta a tutti i roglianesi nel mondo. Ed i roglianesi nel mondo risposero. Risposero quei roglianesi che, lontani dalle loro famiglie, lavoravano nelle miniere o in altre industrie pesanti contribuendo alle fortune di quei paesi, ma anche con il frutto del loro duro lavoro alla realizzazione di un ospedale nel loro paese.

Le popolazioni del Savuto hanno sempre visto in questa colossale opera, ideata e voluta pervicacemente da Pietro Buffone, uno spiraglio di luce per il proprio sviluppo sociale, sanitario ed economico. Ed infatti l’ospedale ha sempre assunto grande importanza dovendo servire oltre 25 Comuni della Valle del Savuto e rappresentando in linea scientifica ed in linea pratica la cellula dell’organizzazione locale per la difesa della salute e lo strumento più importante anche per la lotta contro le malattie professionali allora tanto frequenti nei roglianesi e non solo. Il sindaco di Rogliano non farebbe male ancora se, con insistenza, ricordasse al presidente Occhiuto, che sempre ha dimostrato sensibilità verso questi temi e verso la Valle del Savuto, che non solo i roglianesi contribuirono per la costruzione della struttura, ma furono chiamati in causa – e risposero ancora una volta per come meglio potevano – anche per gli arredi degli ambienti.

Ciò per accelerarne la realizzazione e pervenire all’apertura definitiva del nosocomio. In proposito riteniamo opportuno riportare integralmente la lettera che sempre il sindaco Buffone indirizzò ai roglianesi ed ai cittadini del Savuto e che, meglio di qualunque descrizione e/o commento, fa capire le difficoltà incontrate nella realizzazione del l’opera: “Amico carissimo, dopo tanti sacrifici finalmente il nostro ospedale ha visto la luce! Occorre adesso attrezzarlo con lo strumentario più moderno, onde renderlo rispondente alle esigenze dei sofferenti. L’aiuto dei cittadini migliori non deve mancare, ed è per questo che ti rivolgo la preghiera di voler concorrere con il tuo contributo a questa opera umana e sociale di grande importanza. Con la tua generosa offerta, oltre che assicurare al tuo paesello un presidio civile degno della più nobile tradizione, accenderai nell’animo di chi soffre una luce di speranza. Sicuro che vorrai scrivere il tuo nome nell’Albo d’oro di questa nobile istituzione, ti porgo ringraziamenti e fraterni saluti. Pietro Buffone”.

La lettera, come ci si aspettava, toccò l’animo dei roglianesi e l’ospedale fu arredato con le migliori attrezzature allora in commercio. E poi vennero anche i medici. E furono scelti fra i migliori. E l’ospedale aprì i battenti e lavorò sempre a pieno ritmo. Reparti continuamente pieni per l’afflusso di pazienti da tutte le parti della Calabria visto il buon nome che presto l’ospedale riuscì a guadagnare. Un segno di speranza perché qualcosa si muova per l’Ospedale di Rogliano viene oggi dal recentissimo incontro che CGIL, CISL e UIL hanno avuto con il Commissario dell’A.O. di Cosenza giudicato proficuo perché si colloca “a valle del percorso di confronto avviato dal presidente Occhiuto con le segreterie regionali”. Nel comunicato emanato dai sindacati l’incontro è stato giudicato come “una prima ricognizione dello stato dell’arte e delle criticità che caratterizzano l’offerta sanitaria garantita dall’A.O., una ampia informativa sulle cose da fare e sulle cose fatte” . Per l’Ospedale di Rogliano nell’incontro si è ribadita la necessità di avere una visione chiara per dare prospettive alla struttura. Presidente Occhiuto, faccia sì che il S. Barbara, con questa storia, venga restituito in tutta la sua funzionalità ed efficienza ai roglianesi, alle popolazioni del Savuto, ai calabresi!

* Ciro Oddo

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