Rogliano, la Piccola Biblioteca di Cuti nel circuito dei musei della restanza

La Piccola Biblioteca di Cuti (World’s Smallest Library) è entrata a far parte del circuito dei musei della restanza, un insieme di spazi (circa dieci in Italia) in cui l’elemento storico-culturale diviene strumento di partecipazione, conoscenza e salvaguardia dei territori. Il tutto in un’ottica di recupero e promozione della Memoria, di custodia del luogo di appartenenza, di “disponibilità a mettersi in gioco e ad accogliere chi viene da fuori” come affermato dall’antropologo Vito Teti. “Luoghi vivi – ha spiegato Daniel Cundari – che narrano in modo concreto e alternativo le aree interne, i paesi in via di spopolamento”. Quello della “Restanza” è un tema particolarmente dibattuto in Calabria, regione caratterizzata dalla presenza di una moltitudine di borghi antichi il cui declino, negli anni, ha segnato profondamente gli aspetti demografico ed economico ma anche identitario e culturale. In occasione dell’evento “Ri.Cuti”, che ha coinciso con le celebrazioni in onore di Santa Maria, la Piccola Biblioteca, in sinergia con il programma Ri.Cuti ha ospitato la mostra collettiva di arte contemporanea dal titolo “Fuggire per restare, restare per fuggire”. Hanno esposto Francis Brown, Antonio De Rose, Nicola Di Domenico, Gabriele Ferrari, Arianna Macrì, Valentina Procopio, Alessandro Testa e Lucia Longo. Quest’ultima ha presentato il libro <Mute. I monologhi di Eco> (edizioni il Filorosso), ovvero, poesie e foto “per raccontare il trauma da abuso nascosto”. Un insieme di contenuti che diviene “esortazione, grido di speranza e di fiducia” per strappare il nastro dell’autocensura posto sulla bocca e “interrompere la danza perversa con il proprio Narciso”. Nel corso di una performance l’autrice ha letto testi dipinti su “libri d’artista”.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

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