Calcio. Il Cosenza contro tutto e tutti con il carattere griffato Alvini
CONTRO tutto e tutti. Il Cosenza strappa un pareggio strameritato al 16′ di recupero (dicesi 106′) contro il Catanzaro dopo quasi tutta la partita in inferiorità numerica. Contro tutti, si diceva, anzitutto l’arbitro Aureliano che è venuto a Cosenza a fare l’unica cosa che non doveva fare: il protagonista. Che la giacchetta gialla volesse essere l’uomo copertina del derby lo si era visto dall’inizio, quando ha fischiato ogni contatto e spezzettato il gioco. In campo la tensione era già tanta, con il suo atteggiamento non ha certo aiutato a rasserenare gli animi. Ma il non plus ultra Aureliano lo ha compiuto al 21′, quando ha deciso di annullare ogni spettacolo in nuce indirizzando la partita verso la sponda giallorossa. Caporale e Pittarello si contendono una palla a 40 metri da porta decentrati sulla sinistra, finiscono entrambi a terra ma per l’arbitro il fallo è del cosentino, che viene addirittura punito con il rosso.
Anche il portale Passione Catanzaro ha manifestato, in tutta onestà, le sacrosante perplessità sull’espulsione. Decisione incomprensibile e del tutto esagerata, che però ha rischiato di funzionare come una sentenza negativa per il Cosenza. Non contento, il fischietto bolognese ha proseguito con un contegno supponente verso i padroni di casa, che a ben vedere si è protratto fino al gol annullato a Kouan, un tipo di marcatura, invece, più volte convalidata in Serie A, con il giocatore che, in mischia, tocca prima con la testa e poi con la mano. Detto ciò, un forte applauso a questo Cosenza che, nonostante le note difficoltà del periodo, si è presentata in campo per lottare con i denti e offrire la solita prestazione gagliarda. I rossoblù dai primi minuti avevano mostrato una potenziale pericolosità, conclamata dalla traversa di Kourfalidis poco prima dell’espulsione che ha segnato il match. L’impressione, al termine della gara, è che se il Cosenza fosse stato in 11 l’avrebbe spuntata contro un Catanzaro temibile ma piuttosto confuso. Del resto, con l’uomo in meno, è stata il Cosenza la squadra più pericolosa, soprattutto nel secondo tempo. Prova ne è, ad esempio, il gol sbagliato da Kouan solo davanti al portiere, mentre si era ancora sullo zero a zero.
Se pur il Catanzaro ha tenuto di più la palla, come è nelle sue corde e soprattutto grazie alla superiorità numerica, il Cosenza ha saputo soffrire e, al di là del palo di Bonini, poco ha concesso agli ospiti. Anzi, nella ripresa, dopo aver offerto il pallino del gioco ai giallorossi, è uscita bene in contropiede con Rizzo Pinna e Mazzocchi, aiutati da Ricciardi e D’Orazio.
Il gol di Pompetti, favorito da un’ingenuità di Charlys, reo di un rinvio corto, aveva fatto esultare i 70 catanzaresi rannicchiati in una Rao tutta per loro nel freddo del San Vito. Gli ingressi di Strizzolo, Ciervo e Zilli hanno segnato l’ora del riscatto. Il Cosenza si è gettato con straordinario carattere nella metà campo avversaria e, nel recupero monstre, ha fatto un gol e avuto altre quattro nitide occasioni. Fino al fallo di mano che ha generato il rigore e il meritatissimo pareggio ad opera di Ciervo.
Si diceva del carattere del Cosenza, e a questo punto non si può non fare riferimento a mister Massimiliano Alvini. Al suo ingresso osannato e applaudito dalla curva nord, per tutta la partita – scatenatissimo – ha guidato i suoi, lamentandosi per le assurde decisioni arbitrali e credendo costantemente nei suoi uomini, capaci per tutto il match di tirare fuori gli attributi. E mentre la tensione aleggiava, forte, sul San Vito, sui tifosi rossoblù e sui calciatori, lo stesso Alvini ha innestato la marcia più alta, letteralmente spingendo il Cosenza verso il gol del pareggio. Uno sforzo grandissimo, che ha determinato, al termine del match, un commovente pianto liberatorio.
Alla fine della partita Massimiliano Alvini è andato sotto alla curva nord, ha fatto un inchino, poi si è battuto la mano sul cuore, a suggellare l’amore che lo lega al suo lavoro e a Cosenza. È un tecnico amato, e se lo merita. Se lo merita anzitutto per l’uomo che sta dimostrando di essere in una situazione così difficile. Il Cosenza ha bisogno di Massimiliano Alvini. L’ultimo applauso il tecnico di Fucecchio lo lascia fare per i suoi calciatori. Invita gli ultrà nella nord ad aspettare i ragazzi e ad applaudirli per la splendida partita che hanno regalato alla città. In attesa del mercato, sono gli ingredienti più giusti per tentare l’impresa della salvezza.
(Fabio Mandato)
Fonte: Parola di Vita