Calcio. Serie B, il Cosenza in caduta libera

Il Cosenza ha almeno un piede nella fossa. Non vogliamo essere drastici, perché in fondo mancano 15 partite alla fine del campionato, e di gettare definitivamente la spugna proprio non ci va. Non vogliamo darci per vinti, anche perché in fondo la sconfitta contro il modesto Cittadella non è neanche meritata. In questo senso abbiamo sperato (e ci è andata bene) che mister Massimiliano Alvini non venisse esonerato, anche se – a dispetto di qualche settimana fa – sembra aver perso un po’ di smalto in panchina.

Difficile il contrario, mentre l’andazzo è così pessimo e la gente non ne può più. Sette anni di Cadetteria vissuti col patema d’animo costante e un miglioramento generale mai avvenuto. Si naviga a vista.

Così, accade che la protesta dei tifosi arrivi a 20 metri dai giornalisti, divisi da una grata. E che, nel frattempo, mamme e bambini della rossa nord lascino immediatamente sediolino e stadio. Succede al tempo stesso che in sala stampa qualcuno possa entrare indisturbato a far valere le “ragioni” delle sue urla. Il tutto mentre i giornalisti, che al Marulla vanno per fare un servizio, non possano circolare liberamente per la tribuna stampa senza essere guardati in cagnesco dallo steward di turno, senza neanche poter salutare il collega. Temi che sono stati pubblicamente sollevati da colleghi durante l’incontro ecclesiale dei giornalisti a Paola, e che dicono alcune delle tanti contraddizioni che agitano il mondo pallonaro bruzio.

Da un paio di settimane, poi, succede che la comunicazione è ridotta praticamente allo zero, con Alvini che non viene mandato neanche in conferenza stampa, mentre – al contrario – è proprio sulla comunicazione mister – tifosi che si sono costruite le migliori (e purtroppo poche) fortune dell’ennesima stagione che ha mortificato la passione rossoblù.

Insomma, mentre Florenzi e compagni ci mettono l’anima, nonostante le deficienze tecniche che richiederebbero ben più dei nomi che stanno circolando, la classifica langue e la salvezza si allontana sempre più. Se Alvini non parla, meno ancora lo fanno Gennaro Delvecchio, comunque impegnato a riparare l’insufficiente mercato estivo, e il patròn Guarascio, che insieme a Scalise è stato ancora una volta oggetto di contestazione dei tifosi. Ma è questa la strada maestra per raddrizzare la stagione 24-25?

(Fabio Mandato)

Fonte: Parola di Vita

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