Quale futuro per la Medicina Territoriale. Intervista alla dottoressa Francesca Faggiano *
INTERVISTA alla dottoressa Francesca Faggiano, responsabile Ambulatorio della Transizione, Diabetologa dell’Asp di Cosenza, past President Sid Calabria. Abbiamo parlato del passato e del futuro della Medicina Territoriale.
di Cinzia BARONE *
1) Dottoressa Faggiano, siamo usciti da poche settimane dal lock-down. Come si sta organizzando la ripartenza degli ambulatori dell’Asp di Cosenza per ritornare a garantire l’assistenza ai pazienti? Parlare di ripartenza è sbagliato, perché non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato ad assistere i nostri pazienti durante il periodo del lockdown, garantendo le urgenze, visto che tutte le visite differibili, programmabili ed in agenda esclusiva era inutile farle, poiché ad inizio pandemia l’Aifa ha subito prorogato la validità dei Piani Terapeutici dei Farmaci e dei Presidi (aghi e strisce) fino al 30 giugno 2020.
2) E’ possibile, quindi, per i pazienti recarsi presso gli ambulatori per effettuare una visita specialistica? Dal 1° giugno è possibile recarsi presso gli ambulatori per effettuare una visita specialistica anche non urgente. Tuttavia io consiglio di continuare a seguire le stesse regole adottate durante il lockdown, poiché per problemi organizzativi e strutturali dei poliambulatori è molto disagevole fare una visita specialistica. Inoltre l’Aifa ha ulteriormente prorogato la validità dei piani terapeutici dei farmaci e presidi fino al 31 agosto 2020, quindi sarebbe opportuno recarsi presso gli ambulatori soltanto per le visite urgenti o brevi, secondo la valutazione del proprio medico curante.
3) Quali sono stati gli ostacoli riscontrati, durante il periodo acuto dell’epidemia, nel rapporto medico-paziente? Non ci sono stati ostacoli nel rapporto medico-paziente. Alcune difficoltà si sono riscontrate, invece, nel comparto burocratico, molti colleghi di medicina generale e delle farmacie territoriali non hanno saputo, tempestivamente, della proroga della validità dei piani terapeutici in scadenza o scaduti fino al 30 giugno 2020 e molti pazienti si sono trovati in difficoltà per questo. D’altra parte una enorme mole di lavoro in più si è riversata sulle spalle dei medici di famiglia che hanno dovuto imparare nuove modalità organizzative e di approccio ai loro assistiti ed effettuare il monitoraggio dei casi positivi al Covid-19. Ma nonostante le oggettive difficoltà dovute all’epidemia, medici specialisti e medici di famiglia hanno lavorato in sinergia per garantire,costantemente,un valido supporto al paziente.
4) In questo periodo di emergenza sanitaria quali iniziative sono state organizzate da voi diabetologi, per stare vicino ai vostri pazienti e garantire, in qualche modo, la continuità assistenziale? Le società scientifiche, AMD e SID (Associazione Medici Diabetologi) (Società Italiana Diabetologia), hanno attivato un numero verde nazionale rimasto operativo fino allo scorso 30 maggio. I pazienti diabetici di tutta Italia hanno avuto la possibilità di parlare, tutti i giorni, (compreso la domenica di Pasqua ed il lunedì dell’Angelo)con uno specialista diabetologo per ricevere il supporto necessario nella gestione della patologia diabetica. E’ stato fatto un grande lavoro da parte di tutti gli operatori sanitari per garantire l’assistenza necessaria.
5) Quali sono i servizi ambulatoriali da potenziare, secondo Lei, in situazioni di pandemia? Uno strumento, estremamente, utile è la telemedicina che permetterà di garantire la continuità del rapporto medico-paziente da ora in avanti, perché non sappiamo se in autunno ci sarà un’impennata della curva del contagio. La telemedicina sarà una grande ed importante opportunità soprattutto per la prevenzione dello scompenso metabolico, per il monitoraggio dell’andamento glicemico e come supporto per le tecniche iniettive, semplificando il rapporto tra il medico ed il paziente e riducendo i tempi di attesa per le visite e raggiungendo un gran numero di persone. Proprio nel mese di maggio scorso è stata firmata dall’ex commissario dell’Asp di Cosenza, Vittorio Zuccatelli, a delibera per dare avvio alla telemedicina in tutti i distretti sanitari dell’Asp di Cosenza. Fondamentale è stato il supporto di alcune aziende farmaceutiche per la diagnostica che hanno garantito gratuitamente l’utilizzo delle loro App e delle loro Piattaforme per dare avvio ai servizi di telemedicina. Tutto questo pone le basi per una migliore organizzazione del sistema sanitario regionale e nazionale.
6) Dopo questa esperienza come pensa che debba essere riorganizzata la Medicina Territoriale? Credo che per una buona e corretta riorganizzazione della medicina territoriale sia necessario mettere al centro il paziente, con le sue esigenze. Bisogna, altresì, comprendere che una buona organizzazione dei servizi di medicina territoriale permette non soltanto di contenere le spese sanitarie ma consente anche di gestire in maniera ottimale i pazienti affetti da patologie croniche. Abbiamo avuto modo di constatare che una buona gestione della medicina territoriale permette di ridurre i rischi di contagio in caso di pandemia. L’esempio arriva dal Veneto, Vò Euganio, dove i pazienti affetti da Covid19 sono stati curati a casa senza necessità di ricorrere al ricovero in ospedale, se non nei casi più gravi, e si è così evitato di creare dei focolai all’interno dei nosocomi cittadini. Luoghi che in altre regioni sono stati il viatico per l’esplosione dell’epidemia. Riuscire a curare i pazienti presso le proprie abitazioni significa garantire anche cure migliori con una migliore gestione della patologia. Il punto è che per una buona organizzazione gestionale della Medicina Territoriale è necessario effettuare maggiori assunzioni di personale sanitario ed investire nella loro formazione, facendo una buona politica sanitaria programmata ed evitando di fare tagli alla spesa della sanità pubblica, com’è stato fatto negli ultimi vent’anni in questo Paese.
Grazie e buon lavoro.
* pubblicista