“Rogliano, una zona visitata da Dio nella sofferenza”. Omelia di don Giuseppe Trotta in Duomo in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo
“UNA ZONA visitata da Dio nella sofferenza”. Don Giuseppe Trotta ha fatto riferimento al provvedimento di chiusura del territorio da parte dell’autorità regionale durante la Fase 1 della pandemia per ricordare ciò che i roglianesi (e i santostefanesi) hanno “vissuto sulla pelle” a causa del contagio. Lo ha fatto nel corso della celebrazione eucaristica in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo che si è svolta nel Duomo. Attualità a parte, il sacerdote ha ricordato la storia e la tradizione che accomunano nella liturgia gli apostoli Pietro e Paolo, due grandi colonne della fede cristiana, profondamente diversi per carattere, per stile di vita e tipo “chiamata” celebrati tuttavia insieme “perché ciò che conta nella Chiesa e nella Comunità – ha spiegato il religioso – è la diversità nell’unità. La bellezza della diversità che crea unità. Cristo – ha aggiunto – non ci vuole uguali, uniformati. Vuole che la sua Chiesa sia costituita nella diversità. Ecco perché questa festa ci ricorda la bellezza dell’essere cattolico, universale. La causa portata avanti da Pietro e da Paolo ma che accomuna tutti è quella in grado di costruire la Chiesa di Cristo e di annunciare il suo Vangelo”.
Nel corso della funzione serale (nelle foto) assieme a don Giuseppe hanno concelebrato don Serafino Bianco, don Davide Gristina e don Paolo Bosco. Anche quest’anno, in occasione del Settenario in onore di San Pietro si è ripetuta la vestizione della statua del primo apostolo con i paramenti pontificali di colore rosso porpora ed oro simbolo della regalità di Pietro e, ancor prima, di Cristo.
(Gaspare Stumpo)