Francesca, l’angelo biondo volato in cielo con tutti i suoi sogni *
di Gaspare STUMPO *
AVEVA le idee chiare sulla strada da fare superata la Maturità. Era convinta che il risultato (97/100) frutto di anni di studio, soprattutto al liceo, potesse consentigli un’esperienza universitaria di tutto rispetto per intraprendere la professione di ingegnere biomedico per la quale avvertiva una vocazione particolare. Aveva le capacita, sognava, in un mondo che cambia, un futuro impegnato in un settore strategico: quello delle tecnologie applicate, tra scienza e ricerca, nel campo della Medicina. Per lei la sorte ha scelto in maniera diversa. Qualcuno ha detto: “Dio chiama a se i migliori …”. E Francesca Coscarelli era tra le migliori della sua generazione. Bellissima, preparatissima, seria, sicura di se. Tutto ciò che un genitore può desiderare da un figlio. Tutto ciò che una Comunità può vantare da una gioventù che cresce e si afferma in una terra difficile. Ma il sogno si è infranto in una calda mattina d’estate: il malore, i soccorsi, il dramma, l’incredulità per un evento doloroso quanto incomprensibile che ha gettato la famiglia nella disperazione e un Paese nell’angoscia totale. Minuti, ore in cui lo sgomento, l’incredulità, lo strazio non hanno trovato spiegazioni. Ogni tentativo di rendere razionali stato d’animo e pensieri è diventato vano. Perché è accaduto? E’ umanamente impossibile accettare un evento luttuoso quando questo interessa una giovane vita. E’ una ferita che non guarisce. E’ la caduta delle speranze di leopardiana memoria, la gioia che si trasforma in dolore. Un dolore devastante, improvviso, inatteso, che per Parenti e la Valle del Savuto sarà difficile sopportare. Come sarà difficile dimenticare il sorriso di Francesca, l’angelo biondo (com’era conosciuta) volata in cielo con tutti i suoi sogni, trasmigrata in una dimensione diversa che per il giusto coincide con il cospetto di Dio. “Chissà – scriveva il poeta greco Euripide – se il vivere non sia morire e se il morire non sia vivere?”. I genitori Ernesto e Maria, la sorellina Federica, i nonni, le zie e i cugini sono grati a quanti hanno condiviso il loro infinito dolore. Apprezzano i sentimenti e le belle parole, le preghiere, i messaggi di cordoglio giunti da tutto il mondo, la compostezza di quanti hanno partecipato alle esequie nella Chiesa del Carmine. In particolare, ringraziano il Comune di Parenti, gli amministratori della Vallata, l’Arma dei Carabinieri, l’equipe del 118, il Liceo Scientifico “Fermi” di Cosenza, l’Istituto Scolastico Comprensivo di Rogliano, la Banda Novanta dei tifosi del Cosenza Calcio e, in modo particolare i professori e gli amici di Francesca. “Avremmo voluto abbracciarvi tutti ma non è stato possibile. Grazie per l’affetto che ci avete dimostrato”. Brividi che ritornano pensando a questa storia vissuta con grande sofferenza e dignità. Una storia difficile da dimenticare.
* (gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it)
Fonte: Parola di Vita