Il “genio” di vedere nella pietra l’opera già composta. Un dono di Dio *
di don Enzo GABRIELI *
Caro Giampiero,
non avrei mai e poi mai voluto prendere la parola in questa occasione. Me lo ha chiesto l’Arcivescovo, che ringraziamo per la sua presenza, e lo faccio solo per quella amicizia e quell’affetto che ci ha sempre legati, anche se le distanze tante volte sembravano immense. Anche durante il lockdown siamo riusciti a sentirci la sera, fino al 15 agosto scorso attraverso wattzapp mi tenevi aggiornato sui tuoi lavori, il tuo nuovo modo di fare pastorale in un ambiente a maggioranza protestante.
Voglio solo prestare la voce ai tuoi familiari, soprattutto alla tua mamma Aurora, ai tuoi amici, ai confratelli per innalzare a tuo nome il ringraziamento al Signore per il dono della vita, della fede, della tua famiglia, del tuo sacerdozio e dei tuoi carismi che hai messo a servizio della Chiesa per l’annuncio del Vangelo.
Mi dicevi spesso che eri nato quando si chiudeva il Concilio Vaticano II, qualche giorno prima il 5 dicembre del 1965, e sentivi forte la responsabilità, quasi il mandato di quello che è stato il grande evento dello Spirito Santo. Lo hai saputo fare qui in parrocchia, quando ti sei lasciato conquistare da Gesù grazie all’incontro con il nostro parroco don Fausto che ci ha portati in tanti all’altare, lo hai saputo fare nei luoghi dove il Signore stesso ti ha condotto per le svariate esperienze di fede e di lavoro, lo hai saputo fare con la tua arte e le tue grandi passioni: dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla musica, fino al mosaico. Attraverso l’arte ha saputo saldare la fede alla vita, il bisogno dell’annuncio con la mediazione di nuovi linguaggi, per soddisfare quella sete di Infinito, quella sete di Divino (che sente ogni uomo e che è inquieto finché non la trova come ci ricorda proprio oggi sant’Agostino) per farci contemplare attraverso la bellezza del creato e delle tue opere il più Bello tra i figli dell’uomo.
Il Signore ti ha sedotto e tu ti sei lasciato sedurre; per te ha utilizzato la melodiosa arpa dell’arte per attirati e farti attirare gli altri, tanti di noi, tutti noi che ti abbiamo apprezzato come confratello e come sacerdote. E anche tu hai coinvolto i giovani delle parrocchie dove il Maestro ti ha mandato fino ad accompagnarne diversi in Seminario e poi all’altare di Dio.
Da Rogliano al San Pio X° per la tua formazione al sacerdozio, per la quale ti sei preso tutto il tempo necessario scegliendo anche di impegnarti nel mondo del lavoro, facendo esperienza nel campo dell’insegnamento della religione nella tua Roma per tanti anni, collaborando nella parrocchia di San Luca al Prenestino, in quella che fu la comunità di don Dino Trabalzini. Li ti mandò lui, da Arcivescovo di Cosenza, per nuove esperienze pastorali e quando ci tornò, gliela facesti trovare tutta trasformata, nuova e funzionale. Quasi non la riconobbe. Poi l’ordinazione nella nostra diocesi, nell’anno del grande Giubileo. Fra qualche giorno, il 9 settembre, avresti celebrato il ventesimo della tua consacrazione al Signore; lo celebrerai all’altare del Cielo.
Da sacerdote hai svolto il ministero di viceparroco per diversi anni e questo ti ha permesso di coniugarlo con le tue doti artistiche che hanno trasformato tante Chiese, infiammato di bellezza tanti cuori, fatto volare verso l’alto tante persone. La tua arte ti ha portato a lavorare nella nostra diocesi almeno in una ventina di Chiese, ma poi ti ha portato a lasciare traccia del tuo impegno nelle grandi Chiese romane, in Sicilia da Noto a Cefalù, in altre diocesi calabresi (San Marco, Oppido e Reggio Calabria), fino a Cuba per il grande mosaico della cattedrale dell’Avana benedetto da papa Francesco, e poi in Germania e in tanti altri posti.
Dio ti ha donato quel “genio” di vedere nella pietra l’opera già composta, di trasformare la pietra morta in elemento vitale e prezioso per interpellare il cuore e la mente di chi oggi contempla le tue finestre sul Cielo.
Da parroco a Roma della Parrocchia di Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury dal 2008 al 2019 non hai fatto mai mancare ai giovani e alle famiglie la tua presenza e la tua parola. Alcuni di loro sono presenti a questa celebrazione dopo aver vegliato accanto a te tutta la notte. Poi la nuova avventura come missionario fidei donum in Germania dove hai proseguito la tua ricerca artistica e teologica. Abbiamo seguito ogni tuo passo, ogni tua realizzazione e la tua comunità, la tua città oggi guidata dal sindaco tuo e nostro caro amico di giovinezza, Giovanni Altomare, e che è qui con noi a rappresentarla, ti dice che è orgogliosa di te.
Oggi sei qui, con noi, nella tua e nostra Rogliano, dove sei tornato per essere accolto nella tua terra, proprio nella terra, per quell’incontro con il Signore Risorto che già contempli non più in figura, come ancora facciamo noi attraverso le tue opere. Ora i tuoi occhi contemplano il suo volto e anche tu vedi dalla prospettiva di Dio dalla quale ci hai sempre ricordato di guardare le cose, gli eventi belli e meno belli della vita.
Aiutaci, con la nostra materia informe, a fare anche della nostra vita il capolavoro di Dio.
La Vergine Immacolata, che tu hai amato come tutti noi roglianesi, e che hai rappresentato in tante tue opere ti accolga tra le sue braccia. Noi la invocheremo per te con l’Ave Maria che tanto tempo fa hai musicato.
*Sacerdote e giornalista
Nella foto: don Giampiero Arabia, il sacerdote scomparso il 23 agosto 2020