Arriva Caribardu! (1^ parte) *

di Luigi Michele PERRI *

“DITE al mondo che ieri coi miei prodi calabresi feci abbassare le armi a diecimila soldati comandati dal generale Ghio. Il trofeo della resa fu dodici cannoni da campo, diecimila fucili, trecento cavalli, un numero poco minore di muli e immenso materiale da guerra. Trasmettete in Napoli ed ovunque la lieta novella”: questo il testo autentico del messaggio, scolasticamente noto, che, il 31 agosto del 1860, Giuseppe Garibaldi, giunto tra le alture subsilane di Scigliano, al passo dell’Agrifoglio, proveniente da Coraci di Colosimi, dettò a Donato Morelli, rivoluzionario di Rogliano, perché lo inoltrasse alle centrali insurrezionali con la “macchina telegrafica da campo” di cui era provvisto.

Garibaldi era reduce da Soveria Mannelli dove non aveva avuto bisogno di sparare un solo colpo per “fare abbassare le armi” al grosso dell’esercito borbonico, lì concentrato per sbarrargli definitivamente la marcia, ma, ben presto, finito in rotta senza neanche combattere. Fu Ghio ad ordinarne la resa. Si era diffusa la voce che egli si fosse incontrato, segretamente, con Garibaldi. L’abboccamento, favorito da agenti delle due parti, sarebbe avvenuto la notte prima, nella riparata località di Decollatura, nella casa dell’alto ufficiale garibaldino, il nicastrese Francesco Stocco. Qui i due avrebbero concordato la capitolazione dei regi, senza spargimento di sangue. A Soveria una trattativa ufficiale tra delegazioni finì per dare corso alla ritirata delle forze borboniche. Che ebbero la chiara percezione del tradimento del loro comandante. Si videro soldati in lacrime, sia per gli inganni subìti sulla loro pelle, sia per l’incertezza incombente sulle loro stesse sorti.

A Ghio Garibaldi aveva promesso il comando della piazza di Napoli, a fianco del ministro di Polizia Liborio Romano, anche lui, come il suo collega ministro della Guerra, Giuseppe Salvatore Pianell e come quasi tutto lo Stato maggiore borbonico, assai convenientemente convertito alla corruttiva causa cavouriano-sabauda. Oltrepassata Soveria, oramai all’entrata nella provincia cosentina (Calabria citeriore), il Condottiero aveva praticamente superato quello che poteva sembrare l’ultimo possibile ostacolo alla sua marcia trionfale calabrese, seguita alla ben più lunga, drammatica e cruenta campagna siciliana.

Rogliano. Palazzo Morelli, stanza di Garibaldi

Le tappe peninsulari, da Melito Porto Salvo a Scalea, in un paio di settimane, a fronte dei cento giorni isolani, smascherarono platealmente il complotto borbonico, favorevole alla piega unitaria degli avvenimenti, un ordito che già si era dipanato con le precipitose capitolazioni regie di Reggio, dove pure si era verificato qualche scontro guerreggiato; di Villa San Giovanni, dove non c’era stata apprezzabile resistenza; di Monteleone (odierna Vibo Valentia), dove, più precisamente nel territorio di Mileto, il 25 agosto, il generale borbonico Briganti, riconosciuto come traditore, era stato giustiziato dalla sua stessa truppa, e, infine, di Cosenza, dove il 27 agosto, il generale napoletano Giuseppe Cardarelli, senza colpo ferire, aveva firmato la resa nelle mani di Donato Morelli.

Da qui il patriota roglianese, dopo avere insediato, al suo comando, un governo provvisorio ed averlo incaricato di organizzare un’adeguata accoglienza a Garibaldi, poté raggiungere la contrada a monte di Scigliano, alla testa dei suoi armati, in gran parte reclutati a Rogliano, che aggregò al contingente, capitanato dal fratello Vincenzo, con a fianco l’altro roglianese, il vecchio patriota Saverio Altimari, comandante onorario del presidio militare, irriducibile combattente della Causa nazionale. L’Eroe dei Due Mondi giunse, vittorioso, all’altura dell’Agrifoglio, dove incontrò i suoi “prodi calabresi”, tra i quali annoverò i patrioti roglianesi. Ai quali volle riservare il riconoscente omaggio della sua visita a Palazzo Morelli, la prima, ufficialmente resa, della sua trionfale campagna (di guerra) in Calabria. 

*giornalista e scrittore

[Prima di due puntate: la seconda e ultima sarà pubblicata domani]

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