Usb: “in Calabria il lavoro precario rappresenta ormai la normalità”. Nota critica nei confronti della politica
ABBIAMO attentamente letto la missiva che l’assessore regionale Fausto Orsomarso ha inviato, unitamente ad alcune sigle sindacali, alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, rappresentandole il problema dei tirocinanti calabresi e chiedendole un incontro.
Prendiamo atto che lo scarto tra le parole proferite da Orsomarso nell’incontro avuto il 7 settembre scorso e la realtà è profondo. Leggiamo una lettera che pare quasi un atto dovuto, senza forza, che si candida a finire ben presto nel dimenticatoio.
I tirocinanti calabresi e le loro famiglie si aspettavano ben altro, soprattutto a seguito delle importanti mobilitazioni degli ultimi mesi che hanno riportato in auge questo problema che attanaglia 7000 calabresi, mortificati nel lavoro che svolgono e privati di un futuro dignitoso.
In Calabria il lavoro precario rappresenta ormai la normalità. In migliaia vivono questa condizione, sia nel settore privato che in quello pubblico. Salvo qualche rara eccezione, l’immobilismo degli amministratori, di ogni colore politico, evidenzia quanto sia loro conveniente mantenere in piedi questa vergognosa situazione. La precarietà lavorativa è invece una mannaia per questa terra e il fatto che a viverla siano anche lavoratori non più giovanissimi rappresenta un vero e proprio dramma.
Con dotazioni organiche sempre più ridotte all’osso e con numeri assai lontani dal reale fabbisogno di personale, a portare avanti la baracca sono i tirocinanti, sono gli ex lsu-lpu, sono i vari precari divisi tra loro dalle varie leggi e leggine che li etichettano, ma uniti nello sfruttamento a favore di un pubblico che si comporta peggio del peggiore padrone, senza però riuscire a garantire in maniera efficace ed efficiente servizi dignitosi alla cittadinanza. A dimostrazione che tagli e precarietà non sono una ricetta ma sono parte della malattia da curare, ossia lo smantellamento dei servizi pubblici.
USB è da sempre impegnata per contrastare la precarietà e per un lavoro stabile e dignitoso. Basti pensare alle tante iniziative e mobilitazioni portate avanti per affrontare l’annosa vicenda degli ex lsu-lpu: oltre 3mila lavoratori di questo bacino sono ancora in attesa dal Governo del decreto attuativo – dovrebbe vedere la luce a breve – che possa finalmente consentire la loro definitiva stabilizzazione. Nonostante la grave emergenza dovuta alla pandemia di Covid-19 abbia palesato l’importanza del settore pubblico, e come questo necessiti di investimenti ed assunzioni, la realtà dei fatti è quella che abbiamo rappresentato. Per questi motivi l’Unione Sindacale di Base proseguirà, sin da subito e con maggiore forza, il suo percorso di organizzazione dei precari in tutti i Comuni ed enti pubblici calabresi, chiamando una grande mobilitazione in ottobre che veda in piazza tutte le diverse sfaccettature del variegato mondo della precarietà.
Delle promesse senza seguito siamo stanchi. Servono fatti concreti e immediati per dare risposta all’eterna domanda di diritti e dignità dei lavoratori sfruttati della nostra terra.
Il percorso verso la stabilizzazione dei lavoratori precari deve rappresentare una priorità assoluta per l’agenda politica sia dell’Amministrazione regionale che del Governo nazionale.
Fonte: Unione Sindacale di Base Calabria