Unical, inaugurata la X^ edizione del Master in Intelligence

GENNARO Vecchione, direttore del DIS, insieme a Raffaele Volpi, presidente del Copasir, hanno inaugurato con due lezioni dense di significato la X^ edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il primo a essere istituito in un ateneo pubblico italiano nel 2007, con il sostegno del Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

Vecchione ha ripercorso la funzione dell’intelligence evidenziando che oggi le aree di crisi si sono moltiplicate, come l’esperienza della pandemia dimostra. Ha inoltre ribadito che quella informatica è oggi la minaccia per antonomasia. Appunto per questo c’è bisogno anche di percorrere saperi inesplorati e le collaborazioni con le Università sono particolarmente importanti. Ha anche ricordato la recente creazione di un college per l’intelligence europea, che è stato costituito con il contributo decisivo dell’Italia. Volpi ha iniziato il suo intervento formulando gli auguri di buon lavoro al Direttore del DIS che è stato appena riconfermato ed ha espresso la massima collaborazione istituzionale del comitato parlamentare. Ha ribadito che oggi occorre andare al di là del pensiero “timido” in quanto l’intelligence rappresenta un “cuscinetto pratico” necessario alle istituzioni per difendere l’interesse nazionale. Ha anche ribadito che la NATO va anche vista nella sua dimensione politica e non esclusivamente militare. Infine ha ricordato l’impegno nella tutela dei settori energetico, bancario e assicurativo, così come verso il disagio sociale che potrebbe assumere presto caratteristiche preoccupanti. Il direttore del Master Mario Caligiuri ha ripercorso la storia di questo originale percorso formativo ribadendo la necessità sociale ed accademica dell’intelligence, auspicandone il riconoscimento come materia di studio nelle università. Infine ha concluso che, essendo la conoscenza sempre più, il punto di riferimento di ogni trasformazione politica e sociale, il XXI° secolo potrebbe diventare “il secolo dell’Intelligence”.

Si è quindi aperto il convegno “Studiare l’intelligence in Italia: esperienze a confronto”, che ha visto la testimonianza dell’esperienza di alcuni dei più significativi percorsi di studi che si stanno occupando di intelligence nelle università del nostro Paese. Sono quindi intervenuti Umberto Gori dell’Università di Firenze, Michele Brunelli dell’Università di Bergamo, Massimo Giannini dell’Università “Torvergata” di Roma, Andrea De Guttry della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Giacomo Di Gennaro dell’Università Federico II° di Napoli, Marco Lombardi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Sabrina Martucci dell’Università “Aldo Moro” di Bari, Gian Luca Foresti dell’Università di Udine, Roberto Setola del Campus Bio-Medico di Roma, Ernesto Pallotta dell’Università telematica “Pegaso”, Massimo Bontempi della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale e Fabrizio D’Amore dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Ha concluso il convegno Antonio Felice Uricchio, presidente dell’ANVUR, che, nel corso di un significativo intervento, ha evidenziato come gli studi di intelligence proiettano nel futuro e possono aiutare ad affrontare le sfide culturali che ci attendono.

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