L’antica voce dei “Giganti della Sila” *

di Fabio MANDATO *

PROMUOVERE i Giganti della Sila come fulcro di un sistema circostante che merita di esser conosciuto”. Questa una delle missioni del Fai che presidia i Giganti della Sila. A parlarne, all’interno del box in legno posto all’ingresso del sito di località Fallistro è Simona Lo Bianco.

Porte aperte per la nuova stagione.
I Giganti finalmente riaprono le loro porte dopo sette mesi lunghi di chiusura forzata. Ora siamo nelle condizioni di poter accogliere i visitatori e lo facciamo con tanta felicità. Noi non siamo mai andati in vacanza perché si tratta di una riserva biogenetica protetta e di alberi monumentali che vanno sempre conservati e mantenuti. L’attività di manutenzione infatti, a 1500 metri di quota, è costante.

In cosa consiste la manutenzione?
Se ne occupa Gianluca Cardamone. Consistono nella messa in sicurezza, nella tosatura dell’erba, nella riparazione delle staccionata, nonché nella manutenzione della strada che arriva ai Giganti. Siamo attenti anche a mantenere la sicurezza dei Giganti dal pericolo processionaria.

Quale il programma delle prossime settimane?
Apriremo a regime nel mese di giugno ma già alla fine di questo mese apriamo dal giovedì alla domenica. Sono già garantite infatti le possibilità di partecipare a delle iniziative.

Di che si tratta?
Il 29 e 30 maggio faremo le giornate “Fai leggere”, che cadono all’interno del “Maggio dei libri” organizzato dal CEPEL, del Ministero della Cultura. Sono soltanto quattro a livello nazionale i beni Fai scelti, e tra questi ci sono i Giganti della Sila. Cercheremo di sensibilizzare la comunità alla lettura, cioè al libro in generale, soprattutto in un’area interna come questa dove si può pensare che la predisposizione alla lettura sia inferiore.

Peraltro la Sila è stata decantata fin dall’epoca della Magna Grecia.
Siamo stati protagonisti della letteratura del passato, e questo lo vogliamo comunicare con alcuni eventi. Il 30 maggio, ad esempio, ci sarà una tavola rotonda con l’autore Solferino, che ci narrerà di alcuni borghi che si trovano all’interno del Parco nazionale della Sila, luoghi che continuano a raccontare la bellezza dei nostri luoghi. Avremo poi una passeggiata letteraria, guidata dallo scrittore Francesco Bevilacqua, attraverso la declamazione di testi di parlano della Sila.

Saranno coinvolti anche i visitatori?
Certo. Al contempo faremo dei laboratori di scrittura creativa, una sorta di terapia della natura dove i partecipanti potranno trasformare le loro percezioni del bosco in parole scritte, per poi arrivare a una narrazione collettiva, in senso esperienziale. In più organizzeremo dei trekking poetici, con lo scopo di conoscere il contesto intorno ai Giganti.
Anche a giugno il calendario è fitto, con i trekking e attraverso alcune feste per dar scoprire la bellezza del territorio. Previste poi alcune visite al tramonto del sole.

Cosa trasmettono i Giganti della Sila?
Stupore e meraviglia, perché arrivare al bosco dei Giganti della Sila è un po’ come immergersi nel passato. È un posto immerso nella natura tout court. Ciò significa che viene facile incontrare greggi di pecore e mandrie di vacche. E questo non è un paesaggio così comune. Ma è proprio questa naturalezza fa la differenza. È un po’ come riscoprire le proprie origini, perché ai Giganti sono legate le storie del territorio, un modo per ricongiungersi con la propria identità.

Quanti visitatori ci sono stati nel 2020?
Nel 2020 un boom incredibile. Abbiamo registrato 30 mila visitatori e per essere un bene così piccolo e aperto cinque mesi l’anno è stato un ottimo risultato. Non ci si è potuti spostare a causa del Covid pertanto si è scelto di visitare il territorio. Il trend è quello di un turismo green e integrale, chi approfitta del fine settimana per lasciare il rumore della città e cercare un’oasi di pace tra i boschi della Sila.

*pubblicista

Fonte: Parola di Vita

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