L’editoriale di Bertolone. Il dovere di votare e scegliere

DALL’UNICAL, specificamente da Ettore Jorio, è giunta ai candidati alla Regione la proposta di redigere una sorta di libro della «contabilità politica» con tutti i risultati perseguiti e conseguiti da essi stessi e dalle forze di cui sono espressione, scanditi per obiettivi raggiunti e falliti. Insieme, è stata riproposta la «legge morale cosmica», con qualche adattamento rispetto a quella di Omraam Mikhaël Aïvanhov, finalizzata a pronosticare la inclinazione dei candidati esaminati in vista del voto a seminare ciò che è necessario raccogliere e, dunque, a raccogliere nei fatti ciò che si è promesso agli elettori. Valori stivati e perduti per i più svariati motivi (incapacità, incuria, irragionevolezza, collaborazioni inadatte, amicizie protette, favori dispensati indebitamente, bilanci trascurati e utilizzati impropriamente, irragionevoli liti istituzionali, impeditivi della irrinunciabile leale collaborazione), insieme con la somma dei saldi di quanto realizzato nelle vite comuni dei candidati, sarebbero, secondo questa proposta, il punto di riferimento per un’oculata scelta degli elettori.

Ovviamente, questo supporrebbe non soltanto una peculiare coscienza nei candidati, ma soprattutto un buon grado di preparazione al voto da parte dell’elettore medio, che dovrebbe preferire quelle persone, equamente divise tra uomini e donne, con un risultato positivo nella media ponderata tra fattori contabili e fattori etici. Il terribile dato di fatto è che nella tornata elettorale del 2020, alle Regionali votò meno di un calabrese su due. Non è questa la conferma di una disaffezione per la politica della nostra gente, non soltanto incapace di ponderare bene le scelte, ma che non recandosi neppure alle urne, finisce per favorire i signori delle preferenze?

Una delle questioni più rilevanti nell’ultimo mese prima del voto, è quella, dunque, di smuovere le enormi masse dei tendenzialmente astenuti. E questo può avvenire non sulla base di promesse o auspici, ma su fatti concreti. In questa direzione di concretezza si muoveva lo schietto appello alle urne, lanciato dai Vescovi calabresi, sul piano della contabilità politica attuata, elencando ben sei punti dolenti: bilanci mal fatti, quando non sfacciatamente falsi; assenteismo e scarsa produttività; un servizio sanitario paurosamente frodato; svendita della madre terra (come i roghi, in massima parte dolosi, hanno tragicamente dimostrato, e come ribadiscono i ritardi nel processo di smaltimento dei rifiuti ordinari e speciali); corruzione; lavoro nero. Occorrerà selezionare col voto quei candidati che siano usciti dalle genericità e ovvietà pre-elettorali, proponendo concrete scalette di scelte, che saranno sottoposte alla successiva verifica dei fatti. Cinque invece, secondo noi Vescovi, i criteri su cui costruire il futuro, a cominciare dalla rottura con qualsiasi collegamento con le forze diaboliche e malefiche della ‘ndrangheta, che è ancora un fenomeno vivo e pervasivo.

Siamo convinti che le priorità politiche e amministrative della Calabria restino lavoro, salute, ambiente, innovazione tecnologica, coesione sociale. Come sarà gestito dalle forze regionali il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), pur con i limiti di dotazione riservati al Sud Italia? Da parte sua, il Governo nazionale ha deciso di investire non meno del 40% delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi) nelle otto regioni del Mezzogiorno, a fronte del 34% previsto dalla legge per gli investimenti ordinari destinati su tutto il territorio nazionale. Questi i numeri ufficiali anche se molti autorevoli osservatori temono la dotazione effettiva sia alla fine molto inferiore per effetto dei complicati meccanismi di allocazione e gestione del PNRR. In ogni caso, tuttavia, se il Piano Governativo Nazionale, nel pianificare e realizzare la transizione, intende effettivamente assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo tra Nord-Sud, bisogna convincersi, da parte dei nostri candidati, che non sono sufficienti l’introduzione (nel 2020) della cosiddetta Fiscalità di vantaggio al Sud (taglio del 30 per cento dei contributi sociali dovuti dai datori di lavoro nel Mezzogiorno), né lo sono la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro che dovrebbe riequilibrare la distribuzione dei redditi, migliorare l’inclusione di genere, territoriale e generazionale e aver un notevole rilievo macroeconomico per via delle sue proporzioni complessive.

La Calabria è, intanto, l’ultima Regione d’Italia e d’Europa in tutti i parametri. La responsabilità abbraccia tutti. A tutto ciò oggi si aggiungono gli incendi e la pandemia, con gli strascichi che lasceranno. Ma si deve continuare a sperare, consapevoli che la speranza debba essere per tutti una promessa (ha senso, è proprio dell’uomo, sperare contro ogni calamità), una visione, cioè una virtù che esige coraggio e la forza di resistere e combattere le avversità. Cambiare lo stato di fatto, lottare contro le ingiustizie, avviare processi virtuosi, sono percorsi che hanno bisogno della speranza, che così diviene una costruzione non di buoni sentimenti che caratterizzano le anime belle, ma della capacità di saper fare, saper vivere, mediare, risolvere i problemi ed i conflitti.

La politica con la P maiuscola, che è l’arte che risolve i problemi e progetta il futuro, oggi è sostituita dalla propaganda e deve fare i conti con le mafie economiche che partecipano al capitalismo. Quale nuova stagione di convergenza tra Sud e Centro-Nord si adopereranno a favorire i nostri candidati? Come ovvieranno alla debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud? Lo stesso Pnrr riconosce: «Al Sud vive un terzo degli italiani, ma vi si produce soltanto un quarto del prodotto nazionale lordo. Ad oggi, è il territorio arretrato più esteso e popoloso dell’area euro, con oggettive povertà educative (anche per quanto riguarda la digitalizzazione) e alti tassi di abbandono scolastico. Il suo rilancio non è solo un tema italiano, è una questione europea».

Turismo e Cultura sono certamente i settori nei quali bisognerà andare in avanscoperta nella Regione Calabria, nella linea del riconoscimento della sua vocazione territoriale artistica, culturale, archeologica, storica della nostra terra che, dal punto di vista ambientale, ha ancora grandi risorse nel mare, nei monti, nelle foreste, nelle acque (quale potenziamento delle infrastrutture idriche e, soprattutto, quali modelli nella gestione dei rifiuti?), mentre l’abbondanza di alcune risorse rinnovabili (il Sud può vantare sino al 30-40 % in più di irraggiamento rispetto alla media europea), rende i costi della generazione solare potenzialmente più bassi. Voteremo e sceglieremo dei candidati in grado di riconoscere la bellezza del cielo stellato sopra di noi e la legge morale dentro di noi?

Fonte: Calabria Ecclesia

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