La leggenda del prezioso Calice di Cristo *

di Enzo GABRIELI *

Gerusalemme 70 d.C.. Due uomini avvolgono in una stoffa un calice. I romani stanno per entrare in
Città. Le ultime difese stanno per cedere e la fine è vicina. I due sono discepoli della nuova setta che si rifà al Maestro di Nazaret ucciso alcuni decenni prima. Scendono di fretta da una scala che porta alla grande stanza dove si ritrovano spesso per il loro culto. Li celebrano il ricordo di un’ulima Cena con un certo Gesù, che dicono Risorto ed apparso anche ai suoi primi seguaci. Il loro rito prevede la benedizione del pane e del vino versato in quello che fu il calice che lui usò prima della morte. Per i credenti della nuova religione è una reliquia preziosissima, potente. Hanno preparato tutto per la loro fuga verso terre più tranquille, fuori dalla Città. Un carro nascosto nei pressi della porta che guarda ad Est li condurrà verso la Galilea. Lì una Comunità è pronta ad accoglierli. Quella scodella era servita a Giuseppe d’Arimatea e a Nicodemo per raccogliere, secondo i primi racconti, il sangue stesso di Gesù inchiodato in Croce. Gerusalemme 380 d.C.. Sono tanti i cristiani che visitano le Basiliche volute da Elena a da Costantino. Venerano le reliquie di Nostro Signore Gesù Cristo, e fra queste la preziosa Sindone, il Sacro Calice, il Velo che coprì il suo volto nel sepolcro. Ma in occasione delle celebrazioni più solenni il Vescovo di Gerusalemme riunisce la Chiesa ed una volta l’anno celebra con il sacro Calice, il Graal. Gradevole da vedere, gradevole da gustarne è il contenuto. Chi beve vivrà per sempre. Una fila ininterrotta di devoti vuole nutrirsi del nettere dell’eternità. Dopo la celebrazione viene rinchiuso in uno scrigno e nascosto dal successore degli Apostoli, in pochi sanno dove è custodito.

Gerusalemme 15 luglio 1190 d.C. Un nuovo assedio cinge Gerusalemme. Questa volta sono truppe cristiane. Sono i cavalieri crociati, alla cui testa c’è Goffredo di Buglione. E’ la prima Crociata inviata dal papa per liberare la Città dai musulmani. In pochi giorni è conquistata e i cristiani che erano stati sottomessi ritornano alla luce. I pochi seguaci rimasti scavano nella terra e consegnano al condottiero, definito avvocato del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Santo Graal. Per umiltà aveva rifiutato il titolo di Re, perchè esso spetta solo a Cristo. Da quel momento i monaci cavalieri lo proteggeranno e con esso celebreranno il rito dell’iniziazione. La forza di Dio sta nel calice, la forza della loro fede. Una grande pace accompagna quasi per un secolo la Città guidata dai cristiani. Gerusalemme 1187 d.C. Alle porte della Città c’è il sultano Saladino. Un grande esercito sta per prendere la Città di Dio. I cavalieri sono pronti a scappare con le reliquie preziose del cristianesimo e rifugiarsi in luoghi sicuri. Gerusalemme sta per cadere. Il Graal è in una cassetta preziosa, I cavalieri sono pronti a dare la vita pur di proteggerlo. Troppe volte ha rischiato di cadere nelle mani dei nemici della Croce di Cristo. E allora nella notte, verso il mare, per imbarcarsi per l’Europa, per luoghi più sicuri ed ospitali. Il calice all’alba è già in viaggio con dodici cavalieri verso le coste cristiane mentre la città cade e le chiese distrutte. I musulmani entrano anche nel sepolcro e lo profanano. Roseto in Calabria 1187. La nave attracca. Scendono dei cavalieri cristiani che si rifugiano nel maniero fortificato. Trovano accoglienza e protezione e si fermano alcuni giorni, ma non sono affatto tranquilli. Il loro viaggio dovrà proseguire secondo le indicazioni date dal Gran Maestro. Rifocillati e riposati, ricevono alcuni cavalli, approntano un carro rinforzato e altri fratelli si uniscono a loro. la nuova tappa è Acerenza. Qui vengono accoplti nella grande Cattedrale ed ospitati dall’Arcivescovo che sa del prezioso trasporto. Aveva ricevuto un messaggero che li precedeva nel cammino. Lui è un fratello cavaliere, li accoglie. Ha il dono di vedere e di celebrare con il sacro calice. Ma dopo pochi giorni il drappello riparte alla volta di Aquileia. Qui i cavalieri si rendono conto che troppa zavorra li rallenta, Chiedono protezione. Si rifugiano in un convento e nella notte, decidono di nascondere in un pozzo uno dei forzieri e alcune reliquie. Hanno avuto notizie di essere inseguiti da alcuni che vogliono impossessarsi del calice. Si divido in due gruppi. Uno diretto verso la Francia, l’altro verso la Spagna. Solo due di loro sanno quale dei forzieri continene il sacro calice che trasmette la forza di Dio. In mani sbagliate può essere distruttivo. Valencia. Il calice riappare nella Cattedrale in una grande teca di alabrasto sorretta dai dodici apostoli e con al centro la Vergine. I cavalieri vollero rappresentare l’espereinza del Cenacolo e la forza che venne da Dio, quando lo Spirito Santo scese su di loro. Da allora è questo il segreto svelato del Graal. La potenza di Dio sta nel suo spirito, il calice ne richiama la presenza. Era stato conservato nel monastero di san Juan de Pena e poi arrivato qui nel 1424 quando fu donato alla cattedrale da re Alfonso il Magnanimo insieme alla collezione di reliquie. Da allora papi e re lo hanno venerato e le folle si incamminao pellegrine verso quella che è la grande reliquia della passione di Cristo cercata da archeologi, potenti signori, avventurieri, santi e sognatori.

*sacerdote e giornalista

Fonte: Parola di Vita

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