Le Suore Canossiane a Rogliano. L’Istituto per sordomute, una storia da ricordare *
di Gaspare STUMPO *
UNA MISSIONE vissuta con discrezione ma operosa sia dal punto di vista religioso, sia dal punto di vista sociale. Intere generazioni sono cresciute avendo come riferimento le Suore di Santa Maddalena di Canossa, testimonianza autentica di valori (e di azioni) sull’esempio della Fondatrice “beneficentissima fino alla prodigalità”. Ospitali, riguardose, riservate, amorevoli ma nello stesso tempo determinate quando si tratta di “indicare la strada”. Quella giusta. Il cammino della vita che per il cristiano è fatto “un po’ di croce e un po’ di resurrezione”. A Rogliano fino alla metà degli Anni Ottanta del secolo scorso la famiglia Canossiana ha curato anche l’istruzione delle ragazze sordomute (nella foto). Per lungo tempo, infatti, l’istituto (Regina delle Vittorie, nda) ha ospitato giovani con disabilità sensoriali. Le “Madri” le hanno guidate lungo il percorso educativo che ha permesso loro di migliorare le potenzialità cognitive, apprendere e relazionarsi. Dotata di attrezzature per la demutizzazione e la rieducazione acustica, la sede di via Regina Elena è stata istituita nel 1970 con il trasferimento della scuola fondata dieci anni prima a Cosenza per far fronte alle necessità delle bambine (residenti in città o in provincia) costrette a frequentare gli istituti del Nord ma sofferenti per il distacco dalle famiglie. Alla guida della Comunità, con incarico di Superiora e Direttrice, era stata chiamata Cecilia Birolini, una suora di origini bergamasche dotata di grandi doti umane e intellettuali, assistente sociale e insegnante con abilitazione specifica ed esperienza ultra trentennale a sostegno degli audiolesi. Carattere forte, animo generoso, brillante, aperta al dialogo e alla modernità, la presenza di questa religiosa ha segnato un’epoca per i risultati ottenuti nella educazione delle sordomute e lungo “l’itinerario culturale e spirituale” intrapreso assieme ad adulti e giovani, soprattutto studenti, che nel suo modo di essere (e di fare) avevano intravisto un punto di riferimento importante e molto spesso illuminante. Come altre opere religiose che a partire dalla seconda metà del XVIII° secolo hanno avuto il merito di sostenere l’educazione dei non udenti, anche quella Canossiana si è distinta per la creazione di scuole di audio-fonetica, l’apporto di personale abilitato e l’applicazione di metodi riabilitativi al passo coi tempi. Tra le più apprezzate in Italia l’esperienza dell’istituto roglianese è cessata per il calo delle iscrizioni in un momento di trasformazione storica che ha portato alla chiusura delle classi differenziali determinando, di fatto, il trasferimento delle attività nella sede di Potenza. Della Scuola per Sordomute come di Madre Cecilia Birolini e di altre consorelle oggi resta il ricordo di una presenza bella, costruttiva e carica di significato.
* (gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it)
Fonte: Parola di Vita