“A piedi nudi in Paradiso”. Un libro a fumetti sulla Serva di Dio Giulia Gabrieli
Giulia Gabrieli nacque a Bergamo il 3 marzo 1997. Era bella, solare, amante della musica, appassionata di viaggi e di storie fantastiche e avventurose. Scoprì nel 2009 di essere affetta da un male molto aggressivo (un sarcoma) in seguito ad una vacanza al mare con la famiglia. Il suo animo vispo e brioso e il suo temperamento positivo l’aiutarono ad affrontare, a viso aperto e con speranza, la malattia, giungendo addirittura a paragonarla ad un’avventura. “Il fatto è che la gente ha paura della malattia, della sofferenza. Ci sono molti ammalati che restano soli … . Non bisogna avere paura! Se gli altri ci stanno vicino, ci vengono accanto, ci mettono una mano sulla spalla e ci dicono “Dai che ce la fai!”, è quello che ci dà la forza di andare avanti” diceva la giovane. Era convinta che ogni tipo di disturbo andava sdrammatizzato con allegria e forza. I medici che l’avevano in cura (i suoi “supereroi”) le mostrarono il lato umano della loro professione, approcciandosi a lei con rispetto e amore. Conobbe la storia di Chiara Luce Badano, morta nel 1990 per un tumore osseo e proclamata beata nel 2010. Seguendo l’esempio di quest’ultima imparò ad abbandonarsi a Dio anche nel momento di estrema sofferenza. Quando sembrava che il mondo le stesse crollando addosso, entrò un giorno nella Basilica di Sant’Antonio da Padova dove incontrò una donna in preghiera, che le mise la mano sulla sua e le disse che avrebbe vinto la sua battaglia, con l’intercessione del Signore. Giulia uscì rasserenata dalla Chiesa e fu inondata da una gioia così immensa, che quasi dimenticò il suo male. Era molto affezionata alla Madonna, a cui si accostò in particolare dopo un viaggio a Medjugorje. “L’amore della Madonna è talmente grande, è talmente forte che esplode in preghiera, conversioni, amore verso il prossimo” ripeteva. La sua attitudine alla preghiera la portò a recitare il rosario, che per lei era un modo per ringraziare Gesù senza chiedere nulla in cambio. Sapeva di dover dare una testimonianza ai giovani che pensavano di poter fare a meno della religione.
Nei giorni che trascorreva tra dolori e continue suppliche rivolte al cielo, diceva che “Dio c’è per tutti”. Chiedeva miracoli non per se stessa ma per gli altri, specialmente per i bambini malati in ospedale. Completato il testo di una coroncina di ringraziamento al Signore morì il 19 agosto 2011, mentre era in corso la Via Crucis dei giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, a cui partecipò anche il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, con cui aveva intrattenuto un dialogo spirituale molto forte. La ragazza, che riposa nel cimitero monumentale di Bergamo, può essere considerata l’esempio di quella virtù spirituale che conduce il vero cristiano a camminare in paradiso “a piedi nudi”. Il 7 aprile 2019 è stata avviata la fase diocesana del processo di beatificazione, che ha portato alla proclamazione di Giulia quale “Serva di Dio”. Questo bel fiore ha avuto la capacità di trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in una lode a quel Dio che le ha chiesto di fare la sua volontà. Il libro, che trae spunto da un precedente volume scritto dalla stessa quattordicenne dal titolo “Un gancio in mezzo al cielo”, è stato presentato lo scorso 3 marzo nel corso di un incontro, organizzato dai suoi familiari e dall’associazione Congiulia presso il Santuario della Madonna dei Campi di Stezzano a Bergamo. La sua storia è stata illustrata a fumetti per renderla più accattivante e avvincente per i ragazzi, grazie alla maestria tecnica di Bruno Dolif. La prefazione del libro è curata da mons. Beschi, il quale la ricorda come “un modello, un’ispirazione capace di accendere nella nostra vita il desiderio del bene”.
(Marco Gabrieli)
Fonte: Parola di Vita