No allarmismi ma prevenzione. Ingv, confronto con il 1870 *

di Gaspare STUMPO *

NESSUN danno, tanta paura e diversi interrogativi, soprattutto sulla prevenzione. E sulla informazione riferita ai comportamenti in caso di emergenza e pericolo. Il sisma avvertito il 28 e 29 ottobre nell’area urbana di Cosenza, nell’entroterra dei Casali e persino nell’area del Lametino–Reventino, ha alimentato il dibattito a causa del susseguirsi di scosse (di minore intensità) con epicentro al confine tra la Valle del Savuto e il territorio di Aprigliano. Una zona, quest’ultima, compresa tra il Parco Nazionale della Sila e la Catena costiera tirrenica, particolarmente attenzionata perché centrale rispetto alla mappa di pericolosità sismica e perché sede di violenti terremoti avvenuti nel corso dei secoli. Domenica, negli istanti successivi alla scossa in tanti sono scesi in strada preoccupati di eventuali repliche. Tuttavia, la maggior parte delle persone è rimasta in casa mantenendo alta l’attenzione e restando aggiornata grazie ai siti d’informazione on line, ai portali tecnici e, soprattutto, alle app tematiche installate sui telefoni di ultima generazione, scientificamente attendibili e in grado di fornire dati quasi in tempo reale. L’utilizzo dei dispositivi elettronici consente di monitorare gli eventi con particolare riferimento ad orario, coordinate geografiche e magnitudo. Dalle 21.51 lo sciame sismico è infatti continuato anche se nella zona, fortunatamente, non sono stati registrati danni né a persone né a strutture. A Rogliano e nel resto del comprensorio sindaci e responsabili delle aree tecniche comunali hanno avviato contatti con il dipartimento regionale di Protezione civile provvedendo ad un primo monitoraggio degli edifici pubblici, a partire dai plessi scolastici. In alcuni istituti sono state intensificate le prove relative alle norme di comportamento in caso di terremoto. L’Igv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) ha pubblicato i dati relativi all’evento sismico che ha colpito quest’area della Calabria. In particolare, l’epicentro del terremoto è quasi sovrapponibile a quello del terremoto del 4 ottobre 1870 di magnitudo 6.2, localizzato secondo il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia a meno di 1 Km da Cellara e circa 2 Km da Mangone, provocando un danneggiamento pari al IX-X e X grado della Scala Mercalli.

* gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it

Fonte: Parola di Vita

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