“Comune Unico Cosenza-Sud oggi come ieri: tutti per uno” *

RICEVIAMO e pubblichiamo:

ALLA LUCE di quanto sta avvenendo nella Cosenza-nord tra Rende, Cosenza e Castrolibero, la cui fusione sembra sia entrata nella fase conclusiva, anche nella Cosenza-sud la conurbazione tra Rogliano, S. Stefano, Marzi e Mangone ha finalmente avviato l’iter per entrare, dopo oltre 60 anni dalla proposta originaria, nella fase attuativa. Le recenti dichiarazioni del sindaco di Rogliano Giovanni Altomare, infatti, hanno incontrato il plauso e la soddisfazione di tutta la popolazione del Savuto soprattutto quando afferma che il Comune di Rogliano “incoraggia la fusione come fatto paritario ed infatti non c’è e non deve esserci un comune che vuole aggregare gli altri” ma per quanto riguarda Rogliano “c’è un Comune che sostiene la necessità di aggregarsi tutti quanti insieme, simultaneamente, inclusivamente, con ogni garanzia per ciascuno sulla base di patti scritti ed atti approvati sempre nel rispetto della volontà dei cittadini”. In tutta obiettività a noi sembra che il sindaco di Rogliano finalmente abbia colpito nel segno. Ed infatti anche nell’idea originaria e primaria della conurbazione lo spirito – ne siamo testimonianza diretta noi stessi – fu sempre e solo quello di “aggregare paritariamente“ per aumentare la forza politica di un ampio comprensorio pieno di potenzialità mai sfruttate. Quando Salvatore Oddo pensò Rostema aveva le idee chiare ed infatti nello stesso nome che propose fece in modo che venissero compresi egualitariamente e non a caso ROgliano, S. STEfano, MArzi e MAngone tutti e quattro i Comuni. Nessun campanile, nessuna supremazia, nessun privilegio. Apprezziamo oggi la chiarezza di Altomare e riteniamo che senza alcun dubbio anche i sindaci di Mangone, Marzi e S. Stefano non possano ora esimersi dall’essere d’accordo su questi principi di cooperazione e solidarietà fra popolazioni che vivono sotto lo stesso cielo e che ahinoi soffrono degli stessi problemi. D’altra parte già negli Anni ’60 e ’70 i sindaci di allora (Buffone, Soda, Venneri e Calabrese) su queste basi solidaristiche si dichiararono tutti d’accordo e favorevoli all’approfondimento del progetto. Ne avevano intuito l’importanza e la necessità per lo sviluppo economico e culturale dei loro territori e per il miglioramento economico dei loro amministrati.

Da subito l’On. Pietro Buffone, sindaco e parlamentare di indiscusso valore e fiuto politico, si dichiarò convinto che il grande centro che sarebbe nato da quella conurbazione “avrebbe dato maggiore forza urbanistica a tutta la Cosenza-sud e, di conseguenza, anche un maggiore peso di contrattazione politica” in quel momento in cui si discuteva di sede per l’Università calabrese, di ospedale psichiatrico e di bacino dello Jassa. Dopo oltre 60 anni dalla primitiva proposta è ormai ora di mettere in chiaro, anzi per iscritto, come sostiene Altomare, i dubbi, le perplessità, i tanti interrogativi degli amministratori a tutela delle comunità più piccole. Al punto in cui siamo “non è più tempo per parlare di sete di potere, di disaccordo di vertice, di poltrone, di bilanci sofferenti, di ambizioni, di cattedre, di proteste. Il motto deve essere “tutti per uno” e quest’uno deve essere la città che si svilupperà in una zona, forse la più depressa della regione, per dar modo alle popolazioni, ormai fiaccate, dopo un lungo isolamento, di aprirsi una finestra, un varco per il loro definitivo decollo”. Quelle appena riportate tra le virgolette non sono parole nostre, di oggi, ma sono state scritte su un quotidiano nazionale, agli albori degli anni ’70, dall’ideatore di Rostema Salvatore Oddo che poi pensando anche al futuro concludeva “con il Comune unico di Cosenza-sud i vantaggi saranno immensi, non solo per la nostra generazione, ma per quelle che verranno, perché rappresentano una consistente forza e potranno meglio lottare per poter avere tutto ciò che in tanti decenni non hanno potuto o saputo avere”.

Allora come oggi: nessuno dovrà guadagnarne di più, non leoni o leonesse, ma solo uomini seri e amministratori saggi e responsabili.

* Ciro Oddo

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