“Il Santa Barbara di Rogliano come polo universitario” *
RICEVIAMO e pubblichiamo:
“NON DEVE esistere una Calabria a due velocità, ma una regione che sappia correre verso un’unica direzione, quella di un sistema sanitario qualificato e capace di dare risposte alla collettività e che negli anni riesca a creare nuove figure professionali ed a marginalizzare l’emigrazione sanitaria”. Lo hanno affermato in una nota congiunta i consiglieri regionali cosentini di Forza Italia – Caputo, Gallo, Gentile, Straface – all’indomani della decisione assunta dal Comitato regionale di coordinamento delle Università calabresi con la quale si dava il via all’istituzione presso l’Unical di Cosenza di quattro nuovi corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Servizi giuridici per l’innovazione digitale, Tecnologie del mare e della navigazione, Infermieristica.
“L’attivazione dei nuovi corsi di Medicina e Infermieristica presso l’Unical” – ha puntualizzato in altra nota il vice presidente del Consiglio regionale Francesco Iacucci – “risponde non solo alle esigenze di tanti giovani, che non dovranno più spostarsi fuori regione, sostenendo costi e sacrifici per studiare, ma anche alle esigenze di una sanità territoriale che necessita di medici e di clinici per potere colmare la mancanza di personale che affligge i nostri ospedali e che si ripercuote, inevitabilmente, e negativamente, sui pazienti.” Carenza di personale che ha portato la Regione Calabria a rivolgersi alla Sanità cubana dando luogo ad un esperimento dapprima criticato ma poi seguito ed imitato da altre regioni.
L’istituzione, quindi, di questi nuovi corsi presso l’Università di Cosenza rappresenta senza ombra di dubbio una svolta storica per la Calabria e per il Mezzogiorno. Ciò anche in considerazione del fatto che la provincia di Cosenza conta più di 150 comuni ma si avvale oggi di un ospedale, l’Annunziata, con 538 posti letto che scoppia e non ce la fa ad accogliere una utenza sempre più numerosa anche per l’avvenuto ed ingiustificato ridimensionamento di tanti ospedali della provincia. Intanto il primo risultato concreto dell’istituzione della facoltà di Medicina a Cosenza è già sotto gli occhi di tutti. Si tratta del robot Da Vinci installato all’Annunziata realizzato dall’Unical con fondi della Regione e che costituisce una nuova, grande opportunità per la Calabria che dona così la possibilità – secondo il presidente Occhiuto – al Sistema Sanitario Regionale di ”offrire gli stessi servizi garantiti in altre regioni. Finora, per esempio, chi doveva subire un intervento alla prostata era costretto ad andare fuori dalla Calabria proprio perché il nostro sistema sanitario era sprovvisto di questo robot che ormai è ordinariamente utilizzato sia per questi interventi ma anche per altri che riguardano altri settori della chirurgia. E’ così, passo dopo passo, che stiamo cercando di ricostruire la Sanità calabrese. Credo comunque che dopo venti anni la nascita della facoltà medica a Cosenza sia una buona notizia non solo per i cosentini ma per tutti i calabresi”.
A proposito di ricostruzione della Sanità calabrese il presidente e commissario straordinario per la Sanità Occhiuto sa benissimo che nelle aree interne della regione esistono numerosi presidi ospedalieri già ampiamente e magnificamente funzionanti ma purtroppo ridimensionati nella loro efficienza causa numerosi e continui tagli che tutti conoscono e che i calabresi hanno vissuto e vivono sulle loro spalle. Ben venga la facoltà di medicina a Cosenza, ma saggiamente si colga l’occasione per rivalutare il patrimonio sanitario già esistente. A Rogliano c’è un ospedale nato grazie alla tenacia di un sindaco e parlamentare di lungo corso – l’On. Pietro Buffone – che lottò come un leone fino all’ultimo giorno della sua vita oltre che per la realizzazione dell’opera anche per evitarne il negativo ridimensionamento. Struttura che venne costruita nonchè arredata anche con le rimesse dei tanti emigrati roglianesi, numerosi i minatori, alla ricerca di un lavoro introvabile in Calabria. Rogliano, grazie allo svincolo autostradale ed alla sua vicinanza al capoluogo, 10 minuti di autostrada, e grazie alla già esistente Ferrovia della Calabria che semplicemente potenziata accorcerebbe ulteriormente le distanze, potrebbe essere la sede idonea con il suo ospedale per accogliere due cattedre della nascente università di Cosenza. Due cattedre magari affini per esempio Chirurgia toracica e Chirurgia dei grossi vasi oppure Clinica e terapia medica generale e Clinica delle malattie metaboliche oppure Terapia interventistica cardiologica anche in considerazione della sempre maggiore frequenza di tali patologie. Si creerebbe, senza volerlo, un polo chirurgico e/o medico di livello universitario. E non sarebbe poco! E a goderne non sarebbe solo Rogliano, ma anche i centri del suo hinterland. In primis Marzi, S. Stefano, Mangone che fondendosi paritariamente con Rogliano – come ricorda con insistenza il sindaco Altomare – aumentando la loro rappresentanza politica potrebbero finalmente, insieme, ottenere un risultato storico.
D’altra parte un processo simile non sta avvenendo per altre strutture periferiche? A San Giovanni in Fiore la dinamica e fattiva sindaca Rosaria Succurro ha annunciato che una “convenzione tra l’Unical e l’Asp di Cosenza prevede che il presidio ospedaliero sangiovannese sia tra le strutture di cui l’ateneo cosentino si avvarrà per laureare e specializzare i futuri medici”. Ed il Coruc – Comitato dei Rettori delle università calabresi – in una recente riunione ha condiviso “l’obiettivo di dotare anche la città di Crotone di importanti corsi di laurea in materie sanitarie per seminare nuove competenze e professionalità in un momento storico nel quale viene avvertita, in Calabria e nel Paese, una preoccupante carenza di personale medico”.
Perché non avviare anche a Rogliano una procedura simile? Non sarebbe una richiesta azzardata e nemmeno temeraria. Certo a San Giovanni in Fiore c’è una sindaca che non dorme. A Rogliano e dintorni c’è invece da qualche anno un clima che favorisce il sonno.
* Ciro Oddo