Per il dissesto idrogeologico Rogliano fuori dai contributi
MERIDIONE d’Italia “sfasciume geologico” o addirittura Meridione “pendulo sul mare”. Le definizioni appartengono a Giustino Fortunato il cui nome ogni anno, con l’appropinquarsi dell’inverno, viene riportato dalla stampa del Mezzogiorno che ne ricorda i suoi crudeli e coloriti giudizi. Giudizi che trovano però validità irrevocabile per il susseguirsi continuo di terribili nubifragi e smottamenti che colpiscono con feroce durezza il Meridione d’Italia in generale e la Calabria in particolare. Quanto avviene ogni anno, specie nelle zone montuose della Calabria, è un fatto incontestabile che mostra quanto sia stata acuta e precisa l’affermazione del grande meridionalista. Che cosa si è fatto per orientare gli investimenti ed i piani di sviluppo per la Calabria al fine di evitare crolli e frane e per provvedere alla mancanza di piani regolatori e adeguati investimenti sul territorio perché non si debbano contare vittime innocenti? Che cosa si è fatto per curare lo “sfasciume geologico” di “fortunata” o meglio di “sfortunata” memoria e di sempre toccante attualità?
E’ di questi giorni la notizia di un finanziamento di 44,5 milioni di euro alla Calabria contro il dissesto idrogeologico. La buona novella è stata data dalla vice ministro all’Ambiente Gava che ha dichiarato testualmente “diamo alla Regione Calabria risorse importanti e strumenti più snelli per operare sulle priorità da essa stessa individuate al fine di superare le criticità e mettere in sicurezza territori e comunità”. Tali finanziamenti seguono il Decreto Legge Ambiente con cui sono stati rafforzati i poteri dei presidenti di regione nel loro ruolo di commissari al dissesto idrogeologico e previsti meccanismi per velocizzare la spesa.
Nell’elenco dei Comuni interessati avremmo voluto leggere anche il nome di Rogliano, ma così non è stato. Ancora una volta Rogliano è stata esclusa da un maxifinanziamento che avrebbe dovuto riguardare territori malmessi e trascurati come quelli del suo circondario che non pochi problemi creano alla Comunità. Dopo l’esclusione di Rogliano anche dal maxifinanziamento che aveva riguardato l’ampliamento dei cimiteri quest’ultimo mancato riconoscimento nei confronti della Comunità roglianese viene a porre nella popolazione fondati interrogativi sulla superficialità e sull’autorevolezza che sembra non esserci dell’attuale compagine amministrativa. Sono stati compiuti i dovuti atti ed i passi più idonei affinché anche Rogliano potesse rientrare fra i comuni beneficiari di quest’ultimo finanziamento? E furono compiuti gli stessi idonei passi anche per il bando regionale relativo agli “Investimenti per l’introduzione, il miglioramento o l’espansione di servizi di base a livello locale” che sfociò in un finanziamento di circa 6 milioni dal quale Rogliano, tanto per non smentire una consuetudine consolidata, rimase anche in quel caso esclusa?
Tutti ricordano il grosso evento franoso del 2010 sulla strada provinciale 242 Rogliano-Parenti che non pochi disagi arrecò anche alla popolazione di Parenti a causa di collegamenti alternativi in conseguenza della chiusura del pezzo di strada con la frana che fu oggetto di un diretto sopralluogo da parte di Guido Bertolaso allora presidente della Protezione civile. E tutti ricordano e sanno – a Rogliano ed a Parenti – che la consegna dei lavori per il ripristino della parte chiusa al traffico è avvenuta solo nel 2021 per il risanamento del tratto in località Fuochi (nella foto). Da allora ad oggi la Rogliano-Parenti è ancora caratterizzata da diversi tratti in dissesto idrogeologico che ne fanno una arteria a rischio di percorribilità. Un intervento economico nell’ambito di questa ultima concessione finanziaria, se avesse compreso anche queste zone, sarebbe stato più che salutare e provvidenziale. Eppure sempre nel 2021 vi fu un incontro tra l’Unione Nazionale Comuni Enti Montani e l’assessore regionale Catalfamo in cui vennero con forza evidenziate le “ataviche problematiche legate allo stato delle infrastrutture nelle aree interne specie quelle viarie ormai vetuste, inadeguate e in certi casi dissestate con conseguenze facilmente immaginabili per le popolazioni costrette a fruire di un sistema di mobilità scadente con ripercussioni sull’economia e sulla stessa qualità di vita”. Anche se l’assessore Catalfamo dimostrò in quella occasione, cui erano presenti vari sindaci del Savuto, interesse ed attenzione specie per la situazione delle strade nei territori montani e sebbene avesse dichiarato che “avrebbe fatto il possibile per quanto di sua competenza per migliorarne la percorribilità” ad oggi la Rogliano-Parenti è sempre lì con i suoi strapiombi, le sue curve e tutti i rischi che ne derivano. Miglioramento della sua percorribilità, quindi, ma anche atti e fatti per ridurne la pericolosità perché dall’altra parte c’è una Comunità, quella di Parenti, che ha tutto il diritto di essere tolta dall’isolamento cui da anni è costretta.
Ciro Oddo