Nuovo ospedale di Cosenza o policlinico universitario? *
* di Ciro ODDO
NUOVO Ospedale di Cosenza: dopo varie ed accalorate polemiche sulla sua destinazione il Documento di fattibilità redatto dalla Cooprogetti Scarl ha sentenziato che la zona di Arcavacata di Rende risulta l’alternativa nettamente migliore su cui costruire il nuovo ospedale presentando “il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività e per l’ambiente”. Il dado è ormai tratto. Il presidente Occhiuto ha approvato il Documento di fattibilità delle alternative progettuali prendendo atto che “dalla documentazione progettuale si rileva, tra l’altro, che le nuove cartografie” del Piano stralcio di Bacino del distretto idrografico dell’Appennino meridionale includono “il sito Vaglio Lise in una classe di pericolosità idraulica P2 equivalente ad un rischio R3 e soggetta a disposizioni e vincoli delle Nams 2011, classe di rischio che inevitabilmente aumenterebbe fino a R4 con la realizzazione del nuovo ospedale”. Eppure Vaglio Lise era stata considerata sede idonea in forza del primo Studio di fattibilità del 2017 costato a quanto sembra quasi 700.00 euro. Di certo qualcosa sarà cambiata nell’assetto idrogeologico del territorio se esso oggi, dopo meno di 10 anni, viene con il nuovo studio di fattibilità del 2023 considerato addirittura a rischio. Ma lasciamo ai tecnici le considerazioni tecniche che certo non mancheranno. A noi interessa oggi sottolineare che forse, accanto alla natura del territorio, sembra sia cambiata anche la natura del nosocomio.
Dal grande e nuovo Ospedale di Cosenza tutto fa sembrare che si sia passati ad un grande Centro di ricerca, studio e formazione universitaria se è vero, come sembra vero, che esso, voluto nei pressi dell’Unical, finanziato dall’Inail con 349 milioni di euro e costruito su terreno dell’Unical sarà con ogni probabilità anche gestito dalla stessa Unical con una apposita Azienda ospedaliera universitaria fortemente sollecitata dal Rettore. Ne consegue a questo punto che la struttura sarà necessariamente ed ovviamente al servizio dello studio e della ricerca dell’Unical. Beninteso, non è che realizzare in Calabria un moderno ed avanzato complesso scientifico faccia male. Tutt’altro. Ma l’ospedale dei cosentini? E’ noto che l’Annunziata costruito nel 1939 scoppia e non regge alle richieste degli utenti anche per il ridimensionamento delle strutture sanitarie della provincia. Rimane il fatto che Rende e Castrolibero non solo con voto quasi plebiscitario hanno ostacolato la fusione con Cosenza ma sono riuscite anche a sottrarre al capoluogo il nuovo ospedale. No alla grande Cosenza e no al grande nuovo ospedale di Cosenza. Ci sembra indispensabile, a questo punto, che dalla Regione, direttamente dal presidente, ma anche dal Rettore dell’Unical, venga una parola chiara sul ruolo del nuovo complesso di Arcavacata non dimenticando che la dichiarazione di Ente ospedaliero dell’Ospedale civile di Cosenza è del 5.11.68 ed è avvenuta con decreto del Presidente della Repubblica n. 1448 e che – come qualcuno ben informato ha già ricordato – identifica senza ombra di dubbio come sede dell’ospedale la città di Cosenza.
Vista però la bocciatura della grande Cosenza con il referendum consultivo del dicembre 2024 si potrà facilmente procedere alla costruzione dell’ospedale di Cosenza in territorio di Rende? Tutto è modificabile. L’abbiamo appena visto: può mutare la natura del terreno, può mutare anche e facilmente la natura e l’utilizzo di una struttura sanitaria. Non più il nuovo ospedale di Cosenza ma un moderno policlinico universitario? In proposito, però, la consigliera comunale di Cosenza Alessia Bresciani ha diramato già una nota nella quale ricorda che “dopo l’esito del referendum sulla città unica per suffragare la decisione della Regione di portare l’Ospedale di Cosenza ad Arcavacata di Rende presso l’Unical si è adombrata anche una questione relativa ad aspetti idrogeologici del sito in Vaglio Lise” che fa concludere alla consigliera Bresciani che “chi ha scelto in precedenza il sito di Vaglio Lise ha sbagliato”.
Ma ciò non basta perché la “scelta della Regione e dell’Unical non ha più riguardo al solo ospedale di Cosenza che in tal modo sarebbe ‘dismesso’, ma è qualcos’altro, la realizzazione di qualcosa di diverso, un Ospedale policlinico universitario regionale” con tutta una serie di domande alle quali la politica sarà chiamata a rispondere. Innanzitutto già da ora la Bresciani si chiede se “è giusto che il già ospedale di Cosenza, luogo di cura dei cittadini, possa essere trasformato in un luogo dove la ricerca e, probabilmente, il profitto con posti letto riservati, diventeranno gli esclusivi protagonisti”. Ospedale Unical quindi quale Centro di ricerca e formazione diverso e separato da un luogo di cura quale doveva e deve essere l’ospedale di Cosenza al servizio dei cosentini. A questo punto che ne sarà dell’Annunziata. Sarà potenziato e con i 45 milioni già finanziati diventerà il “nuovo” grande ospedale di Cosenza? Sarà l’Annunziata che, magari con l’ospedale di Rogliano oggi sottoutilizzato, potrà garantire l’assistenza alla provincia? Due piccioni con una fava. Non sarebbe affatto male: Policlinico universitario a Rende ed Ospedale di provincia a Cosenza e Cosenza-sud ad un tempo. E’ ora che la politica dia risposte certe. In ogni caso si annuncia battaglia. Nel frattempo i sindaci della Valle del Savuto si attivino perché potrebbe essere questo veramente l’ultimo treno per il potenziamento anche dell’ospedale di Rogliano.
ma non ci rendiamo conto quanto siamo stupidi a litigare se l’ospedale deve essere un chilometro avanti o indietro quando i nostri ammalati sono costretti a prendere la strada milano torino bologna ecc.