Primi dati sul censimento dell’agricoltura in Calabria. Nota di Coldiretti
L’ISTAT, ha iniziato a diffondere i primi risultati del 7° Censimento generale dell’agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all’annata agraria 2019-2020, che per la prima volta ha avuto anche il supporto del Caa Coldiretti. Via via – informa Coldiretti Calabria – saranno diffusi anche i dati specifici per ogni regione che saranno utili per ogni programmazione del settore. Da questo primo report, a livello nazionale che però già si interseca con alcuni dati regionali, l’identikit delle aziende registra: aumento della multifunzionalità, sono più grandi e orientate all’innovazione. L’analisi ha confermato il processo avviato dieci anni fa e che sta portando verso aziende di maggiore dimensione. In 38 anni – ha evidenziato l’Istat – sono scomparse due aziende su tre mentre la superficie media aziendale, a livello nazionale, è raddoppiata da 5,1 ettari a 11,1 ettari medi per azienda. In Calabria le aziende censite nel 2010 erano 137.790, con una media aziendale di 4 ettari, nel 2020 le aziende sono 95.538 con una diminuzione del 30,7% , una composizione a livello nazionale pressoché invariata (8,5%) , una superficie media di 5,7 ettari e una SAU (Superficie Agricola Utilizzata) di 543mila ettari che comporta una diminuzione contenuta a – 1,1 con una composizione a livello nazionale che si conferma del 4,3%: Le aziende zootecniche in Calabria sono 12.097 con una incidenza del 12,7 a livello regionale. Per quanto riguarda la tipologia continua a prevalere l’azienda familiare (93,5% nel 2020), ma aumenta l’incidenza delle società di persone e di capitali caratterizzate da una maggiore estensione. Un altro elemento che conferma il processo evolutivo è il ricorso ai terreni in affitto: in termini di superfici, infatti, nel 2020 si registra una crescita della quota relativa di terreni gestiti in affitto. La maggiore estensione rende le imprese meno fragili: la flessione diminuisce infatti al crescere della classe di superficie. Il calo delle aziende con meno di un ettaro è stato del 30%, per quelle tra 20 e 30 ettari si è ridotto al 3,4%. Oltre i 30 ettari e soprattutto oltre i 100 ettari si registra una crescita. La diminuzione del numero delle aziende è più pesante al Sud (-33%), ma comunque in otto regioni è cresciuta la superficie agricola utilizzata. La Sau è aumentata in particolare per le imprese che coltivano seminativi e legnose agrarie. Un’altra indicazione dell’evoluzione degli ultimi dieci anni è data dalla situazione della manodopera. Anche nel 2020 – spiega il Censimento – si conferma la tradizionale forte prevalenza di aziende agricole con manodopera familiare. La maggior parte sono localizzate al Sud, dove si trova il 41,1% delle aziende con manodopera familiare, in linea con il valore del 2010. Per quanto riguarda la gestione è ancora limitata la presenza dei capi azienda under 44. Ma le aziende agricole guidate dai giovani sono quelle che incarnano la nuova agricoltura. Sono quattro volte più informatizzate rispetto a quelle gestite da un capo ultra sessantaquattrenne E i processi innovativi sono comunque trainati dagli under 44. Anche il titolo di studio fa la differenza. L’incidenza delle aziende digitalizzate è maggiore nel caso in cui esse siano gestite da un capo azienda istruito e ancora di più nel caso in cui il percorso di studi sia orientato verso specializzazioni di tipo agrario. L’innovazione poi è più spiccata nelle aziende che coltivano e allevano con una incidenza del doppia rispetto a quelle che coltivano solo o che svolgono solo attività zootecnica. L’innovazione fa poi rima con multifunzionalità. Nelle aziende agricole multifunzionali a livello nazionale, le innovative sono il 39,1% in particolare per la silvicoltura (49,9%) e la produzione di energia rinnovabile (52,5%). Tra le attività connesse cresce soprattutto l’agriturismo praticato dal 37,8% delle aziende multifunzionali, il 16,8% è interessato alla produzione di energia rinnovabile. Due attività, che facendo tesoro delle difficoltà energetiche,sono in netta crescita. Tra le aziende più digital quelle impegnate sono nell’ agriturismo agricoltura sociale e fattoria didattica Un altro elemento di riflessione è sulle donne. Anche in questo caso il Censimento rileva una flessione in termini di aziende, ma l’impegno in termini di giornate di lavoro aumenta di più rispetto a quello maschile (+30,0% contro +13,9%). E in ogni caso se è vero che ci sono meno donne, sono invece in crescita le manager anche questo il segno di un’agricoltura avanzata, con le imprenditrici pronte a cogliere le nuove opportunità. Complessivamente salgono le giornate di lavoro standard che da 69 del 2010 hanno raggiunto 100 nel 2020. E’ più numerosa la presenza di manodopera straniera: nel 2020 infatti un lavoratore su tre arriva da Paesi Ue o extra Ue. Non appena avremo i dati ancora più nel dettaglio della Calabria – commenta Franco Aceto presidente della Coldiretti Calabria –per le implicazioni che essi avranno, saranno analizzati con attenzione al fine di orientare le scelte di politica agricola”.
Fonte: Coldiretti Calabria