In Sila la rievocazione del Popolo Brettio
L’ANTICO Popolo Brettio è stato rievocato domenica scorsa tra i boschi della Sila, in quei luoghi dove la loro economia divenne florida perché legata all’allevamento, allo sfruttamento del legno e alla lavorazione della pece. La loro attività di estrazione e lavorazione della pece (Pix Bruttia) è stata al centro dell’evento con momenti di archeologia sperimentale, spettacoli di rievocazione storica, mostra sulla pece e sulla monetazione brettia. L’estrazione della pece era effettuata praticando un’incisione nel tronco degli alberi avente forma di lisca di pesce. Il pino laricio, da cui veniva ricavata, ricopre attualmente l’80% dell’altopiano silano e, nel periodo in cui i Brettii si imposero sul mercato, doveva essere presente in percentuale ancora più elevata. La Sila fu quindi fondamentale per l’economia brettia. La pece poi arrivava nei porti tirrenici e ionici dove veniva caricata sulle navi greche, romane e cartaginesi giungendo così nelle principali piazze del Mediterraneo. La Pix Bruttia veniva non solo utilizzata nella manutenzione delle imbarcazioni, ma anche usata nell’impermeabilizzazione dei contenitori di terracotta, quali quelli del vino, i dolii, che permettevano l’invecchiamento della bevanda. La pece, inoltre, versata all’interno della brocca, serviva a rendere i vini durevoli e aromatizzati, con l’aggiunta della mirra. Nel campo medico si preparavano numerosi impiastri adatti a curare fratture, lussazioni, infiammazioni o contusioni. Nel campo della cosmesi la si poteva trovare in impiastri per il trattamento dei foruncoli, per agevolare la rimozione della peluria sulle gambe e infine per la preparazione dei profumi. Infine, veniva adoperata anche in ambito veterinario.
L’iniziativa (nelle foto), organizzata dalle Associazioni “La Via Popilia” e “I Brettii” con il sostegno dell’Ente Parco Nazionale della Sila, si è svolta nel Parco Avventura Cuturelle di San Giovanni in Fiore.
Fonte: Associazione “La Via Popilia”