“Notizie storiche su Capo La Rota dell’Universitas di Rogliano”. Interessante lezione del professor Leonardo Falbo

“NOTIZIE storiche su Capo La Rota dell’Universitas di Rogliano” è il titolo della iniziativa organizzata nell’ambito del programma “Un vicolo di storia, un vicolo di storie” a cura de “Il Vicolo Annunziata”. Una bella lezione tenuta dal professor Leonardo Falbo, docente emerito e scrittore, autore di pubblicazioni apprezzate sia per l’originalità del testo che per il rigore scientifico adottato nella stesura. Sotto la lente d’ingrandimento luoghi, etimi ma anche fatti e personaggi di una Rogliano antica e per certi aspetti sconosciuta. A Partire dalla Universitas Civium, prima istanza di partecipazione democratica precedente alla istituzione dei Comuni nel Mezzogiorno d’Italia. Suddivisa nelle cedole Rota, Spani, Marzi (di cui facevano parte Serra e Serricella) e Cuti composte, quest’ultime, da mille abitanti ciascuna e con un rispettivo autogoverno, l’Universitas roglianese è stata caratterizzata da una grande vivacità sociale, politica e religiosa che molto spesso (e per diverso tempo) ha prodotto vere e proprie guerre intestine. Accennando alcuni particolari storici del rione Rota (che si estendeva dall’attuale via Bartucci fino alla chiesa di San Giorgio passando per Corso Umberto) lo studioso si è soffermato su Capo La Rota, l’inizio del quartiere, ovvero, la parte di borgo situata in prossimità del vecchio Corso. Un’area considerata tra le più importanti e non solo per la sua centralità rispetto al resto del territorio.

Quindi ha posto l’accento sull’origine del nome assegnato alle tre zone: Livitello (per la presenza di alberi di Ulivo), Petrarizzo (per le caratteristiche geomorfologiche), Rota (forse per questioni legate al passaggio di veicoli). Insistendo sul periodo seguito al terremoto del 1638 che ha cambiato l’assetto urbano della cittadina, il professor Falbo ha sottolineato la rilevanza del luogo. “C’erano – ha detto – un convento dei Padri Domenicani, la chiesa impropriamente detta di San Giuseppe (oggi Museo d’Arte Sacra, ndr) sede della Congregazione dei Nobili, la chiesa dell’Annunciata (probabilmente di Santa Sofia) e quella di San Giovanni (andata distrutta) nell’odierna piazza Morelli”. Un insieme di elementi significativi a testimonianza di un posto ricco e prestigioso come evidenziato nel Catasto Onciario pubblicato nel 1753 in cui sono censite persone fisiche (laici, religiosi) e beni. Infine, Falbo ha ricordato le figure di Pietro Clausi, matematico e filosofo, padre dell’illuminismo calabrese, e di Raffele Nicoletti, avvocato e segretario personale del ministro Luigi Fera, entrambi originari di Capo La Rota. Particolarmente apprezzato, l’evento è stato preceduto dalla inaugurazione di una mostra d’arte dedicata al sacerdote don Giampiero Arabia nel secondo anniversario della scomparsa.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

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