Nel Savuto l’arte orafa porta la firma di Francesco Burrascano
CON l’espressione classica “c’era una volta” hanno inizio tante favole. Quelle che si raccontano d’innanzi ad un camino o di fianco al lettino dei piccini prima del sonno. Bellissime storie spesso con un significato morale. C’era una volta, invece, la politica che nel Savuto voleva realizzare una scuola orafa per dare impulso alla creatività del territorio, per generare occupazione. Un progetto che tuttavia non ha mai visto la luce e che per il momento è destinato a restare nel cassetto di qualche amministratore locale. C’è invece la “favola” di due coniugi, Francesco e Rosellina, lui di origine siciliana, lei calabrese, impegnati già da tempo in un progetto “di grande estro” che trova compimento nel laboratorio di Rogliano e nella esposizione in eventi promossi in diversi centri della Calabria. Francesco è un orafo con un senso unico di bellezza e stile. Le sue combinazioni di colori, proporzioni e materiali sono il risultato di molti anni di esperienza, ma soprattutto di un profondo amore per i gioielli. Dal suo portale internet riportiamo la frase: “mi innamoro di una pietra, di un colore e poi la mia immaginazione si scatena”. E se una donna è bella come una pietra preziosa, ecco l’incipit che lo porta da Messina a Rogliano, cittadina del Cosentino, a metter su famiglia, con Rosellina. Tra le mura del loro laboratorio tirano fuori emozioni imprimendo nei lavori una parte di questa terra capace di evolversi, di espandersi, di esprimersi.
Oggi le creazioni di Francesco Burrascano e Rosellina Bernaudo sono la somma di culture mediterranee in cui si rispecchiano tradizioni greche, romaniche, bizantine e arabe. Se tutto questo è capace di infondere stile e riconoscibilità richiamando nella Valle del Savuto una nuova energia imprenditoriale, anche il nostro scrivere trova senso attraverso il racconto di una esperienza straordinaria che “guarda avanti” nonostante le difficoltà di questo tempo segnato dal Covid.
(Massimiliano Crimi)
Fonte: Parola di Vita