Da ospedale di scopo a presidio funzionale? Caputo: “il S. Barbara deve rientrare in un progetto di riorganizzazione sanitaria”
IL PRESIDIO ospedaliero “Santa Barbara” operativo al tempo del Covid-19 sarà funzionale per il territorio una volta finita l’emergenza? L’interrogativo non deve passare in secondo piano. Una struttura, il nosocomio roglianese, che ha perso nel tempo molte delle sue peculiarità di servizio sanitario per la Valle del Savuto e non solo. Servizi che hanno reso la struttura punto di riferimento e di efficienza riconosciuta di cui ora rimane solo un amaro ricordo. Passato, presente e futuro. Pronto soccorso (poi Punto di Primo Intervento), Ostetricia e ginecologia, Ortopedia, Terapia del dolore, etc.. Uno scorrere del tempo che ha visto svanire reparti, “invecchiare” promesse, sgretolare speranze di un diritto, quello della salute, in un’ottica di servizio capillare per un comprensorio geograficamente (e socialmente) difficile. Un nosocomio depauperato di tutto, anche del personale. Nel silenzio (tranne qualche estemporanea protesta) l’ospedale di via Sturzo sta vivendo una lenta agonia e per il futuro la quiescenza di molti operatori, spaventa. Pierluigi Caputo neo consigliere regionale, originario del territorio: “il Santa Barbara di Rogliano deve rientrare in un progetto di riorganizzazione sanitaria. Anche con la costruzione del nuovo ospedale su Cosenza la struttura del Savuto dovrà avere una sua funzione all’interno del Piano sanitario. Lo vuole la presidente Santelli, lo pretendiamo da calabresi nel rispetto di un territorio che per molto tempo è stato bistrattato dalla politica, non è più accettabile”. E sui tempi: “in autunno – prosegue Caputo – con il cessato Decreto Calabria saremo in grado, responsabilmente, di poter iniziare a parlare di politica per il territorio e progettare una nuova Sanità. Guardando a Rogliano, nessun annuncio di propaganda, ora si deve lavorare per la salvaguardia della salute”. Ora dunque ospedale di scopo, il “Santa Barbara”, domani di pubblica utilità. Una zona, quella che fa riferimento ai vecchi Casali cosentini abitata da molti anziani ed economicamente depressa. Una morfologia del territorio che non deve tener conto dei numeri del taglia-risparmia, ma di utilità per l’utenza. Il male di inizio secolo, il coronavirus, e il dramma che ha provocato, avranno insegnato qualcosa? Si spera! Le speranze di una rete ospedaliera efficiente sono affidate alla nuova Governance che partendo dalla Sanità potrà invertire la rotta per una Calabria migliore e, si spera per un Savuto “più servito” in termini di dotazioni infrastrutturali pubbliche.
(Massimiliano Crimi)
Fonte: Parola di Vita