L’ospedale “Santa Barbara”: dalla nascita alla rinascita
15 marzo 1963 su “Il Mattino”, il grande quotidiano del Mezzogiorno, Salvatore Oddo informava i roglianesi e tutti gli abitanti della Valle del Savuto che “il grave problema che da tanti anni è stato oggetto di continue polemiche e che ha travagliato la mente degli uomini responsabili e, tra questi, del sindaco On. Buffone, è ormai risolto. Il nosocomio è là, alla periferia del nostro centro, circondato dal verde dei campi ed all’ombra delle secolari querce. Le lotte sostenute dall’On. Buffone, molto spesso tra l’incomprensione di alcuni irresponsabili, hanno avuto la meritata vittoria ed ora l’Ospedale si erge maestoso pronto per essere attrezzato con i più moderni mezzi scientifici. Esso sarà l’unico del vastissimo circondario, al centro di una zona eminentemente commerciale ed agricola ed avrà una capienza di oltre 60 posti letto e comprenderà popolazioni di altri Comuni che non saranno più costrette a chiedere ricovero in altri ospedali risparmiandosi così l’evidente disagio economico e spirituale insieme”. E’ innegabile: l’Ospedale era ormai fatto ma nessuno poteva immaginare le difficoltà che ancora il suo ideatore e realizzatore avrebbe incontrato fino alla definitiva apertura. E’ altresì innegabile che se non fosse stato per la fermezza e la tenacia di Pietro Buffone il nosocomio non avrebbe aperto i suoi battenti ed i cittadini sarebbero rimasti con un pugno di mosche.
Alla domanda del giornalista circa le misure che ora si intendeva intraprendere per attrezzare in modo moderno l’ospedale il Sindaco rispose “con voce pacata e con fede incrollabile nell’aiuto di Dio che per le attrezzature, che comportano una spesa di oltre 60 milioni di lire, ci affidiamo anche al discernimento ed al senso di umanità e responsabilità delle popolazioni non solo di Rogliano, ma di tutta la zona. Sono certo che il mio popolo si sia reso conto dell’importanza di così alta opera ed a tal proposito ho inviato a tutti gli amici una lettera affinché diano il loro contributo per l’acquisto della necessaria attrezzatura”. Già dalle origini, comunque, si intravvedevano per l’Ospedale di Rogliano orizzonti più ampi rispetto al tradizionale istituto di cura. Per esso si delineò già da allora – scriveva Salvatore Oddo – una “funzione didattica come completamento della preparazione dei giovani medici che dovranno compiere un biennio di internato”. Quale lungimiranza rispetto alla recente nostra proposta di un suo inserimento nel percorso formativo della facoltà di medicina dell’Unical al pari di quanto avvenuto per San Giovanni in Fiore e forse anche per Crotone. Ma anche “funzione profilattica per un contributo alla prevenzione delle malattie sociali” ed una funzione di “educazione sanitaria dei ricoverati, dei familiari e di intere comunità locali”.
19 aprile 1969: la “Tribuna del Mezzogiorno” riferiva che la “Giunta ha approvato la perizia di variante e suppletiva dei lavori di ampliamento e completamento dell’ospedale per l’importo complessivo di lire 120 milioni, l’esecuzione dei lavori è stata affidata all’impresa Caruso”. Inoltre la Giunta aveva assunto “ formale impegno di far fronte all’acquisto di attrezzature interne con mezzi del Comune”. Il 12 dicembre 1970 ancora “Il Mattino” riferiva che il Comune di Rogliano aveva deliberato il “completamento definitivo dell’Ospedale con un finanziamento di 61 milioni”.
Le difficoltà burocratiche e gli ostacoli non finirono, ma l’ospedale riuscì comunque ad aprire. Con il coinvolgimento di primari di tutto rispetto scientifico nella Calabria il Santa Barbara si guadagnò ben presto una fama che ne fece una struttura di eccellenza. Ed infatti furono migliaia i calabresi che affluirono nelle sue corsie. Ciononostante, con i tagli dissennati alla Sanità che ad un certo punto imperversarono sull’economia nazionale per il Santa Barbara il futuro fu tutt’altro che roseo con alterni depotenziamenti fino all’odierna chiusura per messa in sicurezza e risanamento sismico. E’ evidente che una chiusura anche totale per queste motivazioni ha un senso che è ben diverso dalle chiusure per fatti burocratici o economici. Ha un bel dire il sindaco di Rogliano Altomare quando invita ad “abbassare i toni” rispetto alle polemiche createsi in seguito al provvedimento di chiusura. “Chi svolge funzioni pubbliche – ha detto testualmente – ha il dovere di dire la verità ai cittadini. Fomentare sommosse significa non voler bene ai territori”. Ma allora, perché lui o un suo assessore non ha detto prima come stavano le cose? Si è atteso il provvedimento di chiusura per confermare l’inagibilità sismica della struttura certificata dalla Regione dopo aver chiuso la Dialisi per ristrutturazione del reparto. Svelando il “segreto” non si sarebbe violata alcuna regola e le tante polemiche e proteste degli ultimi giorni si sarebbero evitate o comunque sarebbero state condotte con maggiore serenità. Oltre al fatto che la trasparenza avrebbe avuto il suo trionfo. Meno male che “bisogna dire la verità ai cittadini”. E’ proprio il mondo alla rovescia! Oggi la popolazione del Savuto confida nel doppio progetto che prevede l’adeguamento sismico del corpo centrale e l’ammodernamento dell’area destinata all’assistenza sanitaria territoriale. Un investimento di 5.946.866 euro con fondi europei che verrà gestito in maniera unitaria da Azienda ospedaliera ed Azienda Sanitaria Cosenza in forza del decreto n. 17 del 24.01.25 del Commissario ad acta Occhiuto. “Un risultato certo in tempi certi” è l’impegno assunto dal direttore generale De Salazar nel corso della conferenza stampa organizzata proprio in occasione dell’inizio lavori di messa in sicurezza del Santa Barbara ed alla quale hanno partecipato anche Graziano, Pasqua, Milito, Capristo ed Altomare. “E’ arrivato il momento opportuno – ha detto ancora De Salazar – per chiudere temporaneamente e riaprire con certezza dei tempi. Abbiamo fatto di un disagio una opportunità per migliorare l’offerta sanitaria”. Il completamento dei lavori è previsto per il 31 marzo 2026. A Rogliano l’annuncio di De Salazar è stato accolto con soddisfazione se è vero – come si auspica – che alle rinunce di oggi seguirà un rilancio definitivo, una vera rinascita, dell’ospedale realizzato – come abbiamo visto – anche con il contributo degli stessi roglianesi e soprattutto con le rimesse dei minatori emigrati in varie parti del mondo.
(Ciro Oddo)