Rogliano, studenti protagonisti di “Ciak … un processo simulato per evitare un vero processo”
OGGI studenti, domani protagonisti in società “sulla via della legalità”. È l’auspicio, spesso implicito, che dirigenti scolastici e docenti formulano guardando con attenzione alla formazione dei loro ragazzi. Grazie al progetto <Ciak … un processo simulato per evitare un vero processo> ideato dal presidente Trovato, regolarmente depositato, realizzato in Calabria e in altre regioni italiane dall’associazione <Ciak – Formazione e Legalità> di cui è presidente Roberta Mallamaci, grazie al contributo di Callipo Group, della Fondazione Carical, dell’Anm (Nazionale e di Catanzaro) e dell’Aimmf (di Catanzaro e Catania) che da anni ne condividono il fine educativo, gli alunni della Primaria, classi IV e V, di Rogliano e Marzi dell’Istituto Comprensivo, hanno vissuto un’esperienza indimenticabile. Un giorno in tribunale vestendo i panni di avvocato, giudice, forza dell’ordine, imputato, cancelliere, ovvero, di tutte le figure coinvolte in un vero procedimento. L’attenzione della professoressa Paola Fiore, coordinatrice locale alle tematiche sociali, sposando l’iniziativa promossa dalla dottoressa Roberta Mallamaci, giudice penale ed onorario del Tribunale per i Minori, ha permesso agli alunni di discutere, raccontare, approfondire e recitare sul tema del bullismo. Fiore, responsabilizzata dal dirigente scolastico Antonella Bozzo, felice di aprire le porte dell’Istituto al progetto, ha così dato ai giovanissimi una possibilità che va oltre i banchi di scuola. In due incontri preparatori gli alunni hanno ascoltato dalla viva voce di due formatori cosa sia il bullismo, come si presenta, perché parlarne e denunciarlo. Ascoltare, aprirsi al dialogo, correggere atteggiamenti spesso ingenui e involontari di beffa verso un compagno meno estroverso. Momenti preparatori per poi entrare in tribunale vestendo la toga, gestendo i fascicoli, riportando i fatti, analizzando e definendo il procedimento. “Emozionati, orgogliosi dei nostri figli. Un’esperienza da vivere e far rivivere” – hanno commentato i genitori. “Sono orgogliosa dei miei alunni – ha affermato invece l’insegnante. Piccoli in classe, premurosi, attenti, impegnati quando si chiede loro di partecipare. Quanto appena vissuto ha una doppia valenza: educativa e di ascolto. Spesso dobbiamo essere noi adulti a sederci per terra e porgere l’orecchio alle loro storie”.
(Massimiliano Crimi)
Fonte: Parola di Vita