Rogliano, presentato il docufilm “Fake Art. L’inganno del fascismo” di Tito Giliberto (video)

UN DOCUFILM di 63 minuti (ma anche un libro di 171 pagine) che analizza l’architettura fascista in termini critici. Il lavoro del giornalista televisivo Tito Giliberto, dal titolo <Fake Art. L’inganno del fascismo>, è stato presentato nell’auditorium <Dario Cozza> della sezione liceo dell’Istituto d’Istruzione Superiore <Marconi-Guarasci> di Rogliano. Un lavoro che “vuole smontare gli edifici e smascherare l’architettura fascista” analizzando strutture (alcune famose, altre meno famose) realizzate soprattutto in Italia. Fra queste il palazzo della Civiltà Italiana di Roma (Eur), la stazione centrale di Milano e l’ex casa del Fascio di Asti. L’iniziativa è stata organizzata in forma itinerante in occasione della Giornata della Memoria con il supporto dell’Anpi. Un dibattito definito “interessante” dall’autore che ha sottolineato l’attenzione e la partecipazione nei diversi incontri in cui ha avuto modo di interagire con la platea. “C’è stato un grande interesse anche in rapporto all’attualità. Nelle nostre città – ha rimarcato Giliberto – tra queste Cosenza, sono presenti edifici di quel periodo. Cosenza, del resto, vanta edifici degli anni Cinquanta in stile razionalista benché non più propagandista-celebrativo. Il documentario vuole sottolineare che l’architettura razionalista del fascismo non è razionalista in quanto – ha continuato Giliberto – l’intento propagandistico prevale (e soffoca) i dettami della vera architettura razionalista, funzionalista, trasformando gli edifici in colossi”. Il lavoro si avvale delle testimonianze dell’architetta e storica dell’arte Adachiara Zevi, del giornalista Ferruccio De Bortoli, della direttrice della Biblioteca Statale di Cremona, Raffaella Barbierato, e dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Giuseppe Pedroni e Fabrizio De Sactis. Il documentario è stato realizzato in stile televisivo con l’obiettivo di essere divulgativo, comprensivo e di non annoiare il fruitore. “Più in generale – ha concluso l’autore – nell’ambito del dibattito sul fascismo, mancava un’analisi critica dell’architettura, quindi dell’arte e dell’estetica fascista”. Alla proiezione è seguita la presentazione dell’opera grafica “a classi aperte” realizzata dagli allievi del liceo roglianese guidati dal professor Michele Mazzei. Un lavoro (matita su tela) dalle dimensioni importanti dal titolo <Memorie silenziose: volti e voci della storia>. Il dibattito si è arricchito degli interventi di Eveline Belcastro, docente, di Franco Adamo e Valentina Ricca. Quest’ultimi della sezione Anpi Savuto.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita