Ferrovie della Calabria, linea Cosenza-Catanzaro: tutti gli interventi. Nel 2024 la riapertura? *
di Giovanni PETRONIO*
A PARTIRE da gennaio del 2020, con leggero ritardo rispetto alla tabella di marcia indicata dal piano dei trasporti regionale, sono stati avviati sia i lavori di ammodernamento/riarmo di tutti 112,475 km totali e sia la messa in sicurezza dei costoni franosi, della ferrovia Cosenza/Catanzaro! Tutto questo si inquadra nella riapertura dei 35,485 km sospesi, propedeutici a riallacciare su ferro, in un’unica soluzione di continuità, i due capoluoghi. Come sappiamo, infatti, e come ampiamente raccontato dallo scrivente, dal 19 febbraio del 2009 a causa di alcuni smottamenti il tratto intermedio compreso tra Marzi e Soveria Mannelli è stato gradualmente interrotto e “provvisoriamente” servito da pullman. Sono rimasti attivi i tronchi estremi da Soveria Mannelli a Catanzaro Città di km 39,979 (e quindi fino Lido) e da Cosenza Vaglio Lise a Rogliano di km 25,890; le ripercussioni di non aver avuto un treno sono state rilevanti sul piano demografico e culturale.
È passato del tempo e in più di due lustri, la riapertura della ferrovia, ad oggi, è più di un miraggio: è divenuta un fatto reale! In conformità alla delibera CIPE n. 54 dell’1 dicembre 2016 sono già stati spalmati una parte dei 53,500 milioni di euro, inclusi nell’Asse B Piano Operativo Fondo Sviluppo e Coesione Infrastrutture 2014-2020, per “l’adeguamento, messa in sicurezza e velocizzazione della linea. Il 50%, saranno utilizzati per l’ammodernamento della sede ferroviaria, l’armamento pesante ed il comfort e 25% per gli interventi sulle gallerie, ponti e viadotti e le restanti somme per l’eliminazione di 9 passaggi a livello ed il potenziamento tecnologico”. Il soggetto attuatore è Ferrovie della Calabria e nei piani aziendali, quello sopra menzionato, è lo scenario di medio termine, questo lascia intendere che in futuro dovrebbe essere realizzata un’incombenza ben più ragguardevole, di cui darò conto tra poco.
L’impegno profuso è rilevante ed investe qualcosa come 93 gallerie, 43 viadotti, 450 ponti piccoli e grandi e, fino ai primi degli anni 2000, oltre 100 passaggi a livello! All’interno del progetto sono state individuate 14 tratte, una parte interessate da rinnovi delle rotaie di tipo 50E5 (ex 50 Uni) e traverse monoblocco in cemento armato vibrato precompresso (c.a.p.v). Le rotaie 50E5, essendo più pesanti rispetto alle precedenti di 36 tonnellate, (che in ogni caso rimarranno in alcuni tratti), consentiranno un leggerissimo aumento della velocità. Nelle stazioni di Marzi, Parenti, Scigliano e Bianchi è prevista la demolizione di una delle due linee attualmente presenti e saranno installati dei semplici tronchini per il ricovero dei mezzi cantiere. Gli incroci sul tratto Rogliano-Soveria, oltre a queste due stazioni, potranno essere effettuati solo a Carpanzano e Colosimi! Saranno soppressi 5 passaggi a livello tra Aprigliano e Santo Stefano di Rogliano (km 13+374, km 17+748, km 17+998, km 18+627 e km 19+190).
Ai 53,5 milioni, nel quadro del Piano stralcio PON frane ed erosione costiera, si sono sommati altri 8.439,825 milioni ripartiti in due tranche di 4.207.491,64 e di 4.232.334,32, finalizzati alla messa in sicurezza di ben cinque frane, inseriti nei “Lavori urgenti di mitigazione del rischio idrogeologico e consolidamento dei pendii e del sedime ferroviario interessato dai movimenti franosi”. Nel primo ammontare (4.207.491,64) sono stati inclusi gli smottamenti di Carpanzano, ai km 33+650, 34+300 e 39+000. Nella seconda quota (4.232.334,32) vi è stato un ulteriore surplus per il km 39+000, mentre il restante ha riguardato interventi in zona di Scigliano al km 43+350 e al km 44+400. Al piano in questione è stato dato via libera a dicembre del 2017, con l’analisi e dubbi sollevati dalle apposite commissioni ministeriali; perplessità alle quali la Regione ha prontamente risposto, evitando il de-finanziamento! Come osservabile dalle foto, i tecnici hanno operato un drastico rinforzo del pendio con il metodo di terrazzamento a più livelli, unitamente all’ausilio di muri in cemento armato e di gabbioni, quest’ultimi apprezzabili per il corretto deflusso dell’acqua e per stabilizzare i versanti.
- Quando verrà riaperta interamente?
- Il famoso studio di fattibilità che fine ha fatto?
Alla prima domanda si può rispondere che il termine ultimo di conclusione (comprendendo tutti i 112,475 km totali) è fissato ad agosto del 2024, ma non è da escludere che possa essere riaperta un po’ prima, in quanto i lavori sul tratto sospeso proseguono a pieno regime ed in alcuni casi si avviano a conclusione! Da voci di corridoio è ipotizzabile pensare che per l’autunno di quest’anno i 3,988 km in direzione Marzi, verranno restituiti alle comunità del Savuto!
Per quanto concerne la seconda domanda, in conformità ai dai documenti aziendali, emerge che la linea verrà ri-attivata così come la conosciamo. Gli interventi non modificheranno le condizioni del tracciato esistente (varianti plano-altimetriche) in quanto le condizioni orografiche del territorio, incluse le opere d’arte (ponti e gallerie) non lo consentono; tutto questo, però, produrrà importanti risparmi sui costi di manutenzione futura.
La notizia positiva è che il famoso studio di fattibilità, atto a stabilire se fosse possibile realizzare un progetto di velocizzazione e dimezzamento dei tempi di percorrenza, ha dato esito positivo! Questo significa che in una fase successiva, grazie ai 280 mln di euro stanziati dal PNRR per FdC esclusivamente per la Cosenza/Catanzaro, è auspicabile che si intervenga più massivamente per raggiungere il fine di cui sopra! Da sottolineare inoltre che a febbraio/marzo 2018 è stato annunciato un altro investimento monstre di 74,86 milioni di euro, “decreto Delrio”, che dovrebbe dotare la linea di un sistema tecnologico di protezione di marcia treno, migliorando i livelli di sicurezza conformandoli agli standard europei e soprattutto consentendo l’incremento della velocità dei treni! Le logiche gestionali e le politiche del territorio debbono essere formulate in conformità alle esigenze dei cittadini, che hanno necessità di godere dei servizi sociali basilari, in questo caso del diritto alla mobilità! Non può passare inosservato che nel territorio interno, pur avendo un’orografia che non ha consentito la costruzione di arterie stradali di livello, da quasi 100 anni esistono le “Calabro Lucane”! Linee ferroviarie che hanno portato sviluppo umano ed economico, limitando l’abbandono e l’isolamento. Si, anche da esse, da quello che abbiamo, dobbiamo ripartire, consapevoli che, come scriveva Sant’Agostino, “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle”.
*scrittore e ricercatore