Approda nel Savuto il primo pellegrino del “Cammino di Sant’Antonio”. George: “nel mio zaino un segno di speranza”
SI CHIAMA George Leitão ed è il primo pellegrino a percorrere il <Cammino di Sant’Antonio>: dalla Sicilia al Veneto. Nella tarda mattinata di oggi è stato accolto nel Savuto dal gruppo Anir (Associazione Nazionale Rocciatori Italiani) guidato da Bruno Sicilia e dal rappresentante dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) Aurelio Scaglione. Il camminatore ha percorso l’itinerario al confine tra le province di Cosenza e di Catanzaro proveniente da Sud, effettuando brevi soste nei borghi della Vallata prima di arrivare a Donnici, in territorio di Cosenza. Lungo la strada ha ricevuto il saluto dei sindaci, ha timbrato la cosiddetta “credenziale del devoto” e collocato – simbolicamente – la segnaletica che indica l’itinerario. Padre portoghese, madre spagnola, trevigiano d’adozione, George è il “pellegrino-esploratore” del tracciato predisposto dagli organizzatori in vista dell’evento 2022 (rinviato di un anno causa Covid) previsto in occasione dell’Ottavo Centenario del passaggio del Santo. “Quello calabrese – ha detto – è un percorso impegnativo e nello stesso tempo amabile. Sono rimasto impressionato dal calore e dalla generosità della gente. Dalla forte devozione di questa terra nei confronti di Sant’Antonio”.
A Rogliano, in particolare, George ha incontrato il sindaco Giovanni Altomare portando i saluti dei Frati della Basilica e sottolinendo il valore della speranza in un momento difficile della storia dell’umanità. “Sant’Antonio è un segno di speranza. Ogni pellegrino – ha detto – porta nello zaino un segno di speranza da offrire al Signore. Con fiducia”. Il <Cammino di Sant’Antonio> – riordiamo – è un progetto voluto dai frati della Basilica di Padova, sostenuto dall’associazione <Il Cammino di Sant’Antonio> che riprende il percorso compiuto nel 1221 (da Capo Milazzo a Padova attraverso Assisi e da Padova a Gemona del Friuli dove è sorta la prima chiesa a Lui dedicata). Incluso nel tratto meridionale, l’itinerario calabrese è il più lungo in programma: dallo Stretto al Pollino. Sei tratte suddivise in più tappe alla cui stesura hanno contribuito il Masci (da Reggio a Palmi) e l’Agesci (da Palmi a seguire). L’itinerario è stato realizzato tenendo conto di due località in cui è risultato certo il passaggio del Santo all’estremo lembo della Penisola: Pizzo e San Marco Argentano. Oltre cinquanta, in totale, le Comunità interessate lungo un tracciato che in parte, verosimilmente, coincide con quello della Via Popilia l’antica “Capua – Regium” costruita dai romani nel 132 a.C. .
(Gaspare Stumpo)