Un anno senza don Giampiero Arabia
E’ TRASCORSO quasi un anno da quel 23 agosto in cui abbiamo appreso la notizia della scomparsa di don Giampiero Arabia. Un giorno triste per un evento improvviso che ha provocato incredulità ma, soprattutto, grande dolore nel Savuto e nei posti (Roma in particolare) dove il religioso originario di Rogliano ha operato come missionario e come artista. Don Giampiero è stato un sacerdote apprezzato per l’alto livello di preparazione teologica e culturale, per le competenze nel campo dell’architettura, soprattutto per l’attitudine a saper porre in relazione arte e pastorale, e non solo nelle attività di evangelizzazione. “Non passava inosservato per le doti, la fede e la capacità di progettare” – ha detto di lui il vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò – tracciandone un profilo umano e spirituale nel corso di una giornata-ricordo. “Aveva una grande competenza teologica, era un uomo di pensiero, aveva capacità dialettica ma il suo vero linguaggio era quello dell’arte”. Teologo ed architetto, insegnante, era nato a Rogliano il 5 dicembre del 1965. Il Signore lo ha chiamato a Sé a Roma, mentre si apprestava a ritornare in Calabria per un breve periodo di riposo. Incardinato nella Diocesi capitolina, da alcuni anni si trovava in missione “fidei donum” ad Aachen, nel cuore della Germania protestante. Figura carismatica, intellettuale ed artista di talento, molto ammirato dai giovani, don Giampiero amava la pittura, la scultura, la musica e il mosaico. Ha realizzato opere importanti (quadri, mosaici, sculture) e lavorato al restyling di luoghi e oggetti religiosi (cappelle, dipinti e stucchi). Tra gli interventi più significativi, ricordiamo, il presbiterio della Cattedrale dell’Avana (Cuba), in occasione della visita di Papa Francesco. Don Giampiero sarà ricordato con una funzione religiosa.
(Gaspare Stumpo)