Isidoro Mazzitelli, da “Cetraro a Marte”. Intervista all’ingegnere aerospaziole calabrese

DICIOTTO febbraio 2021, ore 21,55 in Italia. Su Marte, nel cratere Jazero è atterrato Perseverance, il nuovo rover della Nasa. L’obiettivo è l’analisi geologica del delta di un cratere che miliardi di anni fa avrebbe dovuto ospitare un lago. “Di quel giorno ricordo il leggero senso di ansia. Nonostante fossi sicuro del lavoro eccezionale svolto dai team che hanno lavorato con tanta passione e perseveranza, c’è sempre un po’ di preoccupazione”. A dirlo è Isidoro Mazzitelli (nella foto), l’ingegnere aerospaziale originario di Cetraro che ha guidato il team della multinazionale Skf nella realizzazione di cuscinetti a sfere a sezione sottile: “sono prodotti realizzati da pochissime aziende nel mondo, Si tratta di cuscinetti meccanici ad altissima precisione e di dimensioni ridotte. Si tratta – sottolinea – del limite della tecnologia meccanica, perché devono conservare i parametri di qualità e rimanere stabili a temperature che possono arrivare a meno 200 gradi e resistere agli urti che derivano dal lancio e da mesi di viaggio nello Spazio”. Diversi gli scopi dei cuscinetti: “i cuscinetti consentono di forare il terreno, di muovere il braccio, il polso e il gomito, ed in più i movimenti degli altri robot che prendono il campione dal braccio e lo trasferiscono nei vari stadi di analysis, anche il robot che conserva e sigilla i campioni per l’eventuale ritorno sulla Terra è movimentato con cuscinetti a sezione sottile”. La parte più divertente del lavoro? “Tutta! Ci sono state difficoltà, dovute anche al periodo pandemico, però non abbiamo mai ceduto alla tentazione di mollare”. Quando chiedo come si sente ad aver fatto parte del team del rover atterrato su Marte risponde candidamente: “per me il lavoro è qualcosa in più del lavoro e basta. Cerco di in segnare alle mie figlie che il lavoro è la nostra occasione per fare la nostra parte affinchè le generazioni future possano trovare un mondo migliore”. È entrato nel team della Skf grazie ad un contratto a tempo indeterminato come ricercatore, “nel centro di ricerca che si occupa di attività di ricerca e sviluppo in Olanda. Allora lavoravo negli Stati Uniti a Houston, in Texas, alla A&M University, io e la mia fidanzata ci siamo trasferiti in Olanda, dove abbiamo vissuto per circa 6 anni”. Forse immaginava qualcosa di diverso per la sua carriera lavorativa: “mi sarebbe piaciuto – racconta – fare qualcosa che avesse un impatto sul business un po’ più immediato rispetto all’università dove si fanno ricerche, ma dal fare ricerche al momento in cui queste hanno impatto sulla vita delle persone trascorre molto tempo”. In tasca una laurea in In-
gegneria aerospaziale conseguita presso l’Università di Pisa, prima gli studi al liceo scientifico di Cetraro: “gli anni del liceo sono stati fantastici, mi hanno lasciato un grande insegnamento. Il liceo è stato un laboratorio di sensibilità, di socialità, dove venivano supportati i cittadini del futuro con strumenti che a quell’epoca erano molto innovativi. Laboratori pomeridiani di poesia o di studio della storia recente per comprenderne la dimensione umana e gli effetti sul presente. Ricordo che un giorno venne la scrittrice Dacia Maraini ed ebbi l’opportunità di intervistarla; è stato un periodo di opportunià di crescita continua, la possibilità di guardare oltre l’orizzonte; fu lì che per la prima volta
ho compreso che il mondo non finiva lì ma c’era molto altro da comprendere e di cui gioire. Gli anni del liceo sono stati anni entusiasmanti, non sarò mai grato abbastanza per tutto quello che la scuola mi ha dato. Girando il mondo ho anche capito che in Italia la scuola è bistrattata, non gratificata come meriterebbe, ma ha da sempre una qualità su-
periore rispetto ad altri luoghi, anche se probabilmente noi siamo quelli che la apprezziamo di meno. Le università e le scuole in Italia sono di grandissimo valore, ho conosciuto molti professionisti, sono andato in diverse università a parlare con tanti giovani alla ricerca del primo impiego, tra i tanti professionisti che ho incontrato quelli che avevano studiato in italia erano tra i migliori”. Andare su Marte? “Sì!”.

(Rita Pellicori)

Fonte: Parola di Vita

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