Giovanni Laurito, il partigiano che leggeva Marx e aiutava in parrocchia. Il video
“A Giovanni Laurito, partigiano combattente della divisione Gramsci-Albania, che ha creduto e lottato incessantemente insieme ai fratelli e alle sorelle della sua terra per la liberazione del Paese dal nazifascismo”. La casa di riposo <Emma Gagliardi> ha ospitato l’iniziativa “Vivo, sono partigiano” dedicata a Giovanni Laurito, il soldato roglianese, oggi centenario, protagonista dopo l’8 settembre 1943, nel movimento di Resistenza albanese. Tra gli ultimi partigiani viventi, Laurito ha ricevuto un riconoscimento in occasione della Giornata del 25 Aprile. Originario del borgo di Saliano, autodidatta, nell’estate 1944 è sfuggito alla cattura rifugiandosi tra i boschi del fiume Erzen e, rischiando la vita, si è adoperato con coraggio nella battaglia per la liberazione della Capitale.
Ritornato in Patria ha condotto una vita semplice coniugando marxismo e fede religiosa: si è iscritto al Partito Comunista ma non ha disdegnato di fare il sagrestano. Con il sostegno del parroco, infatti, ha imparato a leggere e a scrivere accrescendo la sua formazione mediante la lettura di saggi e riviste. L’uomo, che nel febbraio scorso ha festeggiato 100 anni, da tempo vive nella struttura di Malito. All’evento hanno partecipato (e sono intervenuti) Gianluca Lamberti (direttore della casa di riposo), Aroldo Caria (animatore), Francesco Minardi (centro sociale Saliano), Gilda Corigliano (circolo di cultura Tommaso Cornelio), Francesco Montalto (Anpi Cosenza), Francesco Mario De Rosa (sindaco di Malito), Giovanni Altomare (sindaco di Rogliano) e Paolo Palma (presidente Icsaic). Matteo Dalena (commissione studi storici Anpi Cosenza) ha letto brani di autori vari, Gianluca Palma (giornalista) ha coordinato gli interventi. “Oggi abbiamo festeggiato una figura straordinaria. Giovanni Laurito – ha detto Paolo Palma – è testimone del fatto che l’antifascismo (e purtroppo il fascismo) è stato un fenomeno europeo. Combattendo da partigiano in Albania ha contribuito a liberare Tirana, l’Europa quindi l’Italia”.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita