Mangone. “Campus Fattoria 2022″Acreg, luogo di gioco e integrazione
A SUD di Cosenza esiste da alcuni anni una realtà che dell’integrazione, del gioco di squadra e dell’accoglienza ne ha fatto il suo punto di forza. Un motivo attrattore per tanti genitori che verso questo team hanno risposto con fiducia. Il centro Acreg (Associazione Calabria Riabilitazione Equestre Globale) opera su Mangone nel bel mezzo della natura. A luglio al via il “Campus Fattoria 2022”. Di primo mattino tanti bambini non esitano a scendere giù dal letto per correre in fattoria. Lì, Daniela – responsabile del centro – è pronta ad accoglierli con l’ausilio degli animatori, forte del grande spettacolo offerto da Madre Natura: cavalli, caprette, pecorelle, diversi animali di cortile, balle di fieno e tanto verde.
“La vera forza di questo campus – ha dichiarato la responsabile – è proprio il rapporto con natura. Il rispetto degli animali, la loro cura, le attenzioni che il mondo vegetale e animale ci chiedono e noi dobbiamo corrispondere. Con questo spirito il campus apre le braccia a diverse fasce d’età. Dai più piccoli fino ai 13 anni. Alcuni di loro anche sotto veste di animatori. Se riusciamo nel nostro lavoro quotidiano – ha chiosato Daniela – a far comprendere ai bambini il rispetto verso l’altro, verso la natura, gli animali, verso i coetanei più timidi e bisognosi perché anche affetti da diverse patologie, potremo affermare di essere sulla strada giusta. Per una generazione più accogliente e capace di integrare e integrarsi, di saper sorridere all’altro come alla vita stessa. Da qualche settimana – ha proseguito – ospitiamo bambini di diverse nazionalità. Una grande gioia per noi, osservarli nei giochi e in dialoghi straordinari, seppur con lingue diverse. I bambini italiani chiacchierano a loro modo con i bambini egiziani e nigeriani. Si rispettano, si aiutano e, come dicevo, si fondono in un unico spazio del divertimento. Il periodo emergenziale Covid per tanti bambini è stato un momento buio. Isolati dal mondo e dai coetanei, poche e sporadiche interazioni anche tra i banchi di scuola dove, per diversi motivi, è prevalsa la paura del contagio. Alcuni genitori hanno scelto per loro un diverso modo di fare didattica. Ora – ha concluso Daniela – è importante socializzare, rioccupare gli spazi, giocare con un pallone, correre e bagnarsi con l’acqua, sporcarsi di terra, imbrattarsi con i pennarelli. Dare colore al loro estro, alle loro fantasie. Qui facciamo questo, noi adulti, tutto il campus. Ci mettiamo in gioco per essere compagni d’avventura e portatori sani del sorriso”.
(Massimiliano Crimi)