Parenti, entusiasmo per la prima edizione del concorso “Miglior pitta ‘mpigliata”
Che si chiami pitta ‘mpigliata, pitta ‘nchiusa o pitta ‘mpogliata questo dolce rimane uno dei più ricercati della tradizione natalizia calabrese. In Sila e presila è presente sulla tavola imbandita a festa delle famiglie e, molto spesso, è tra i doni più apprezzati e rappresentativi non solo (e non tanto) per la bontà del prodotto ma, soprattutto, per il significato intrinseco che da secoli si traduce in affetto e condivisione tra persone. La sua preparazione presuppone l’utilizzo di ingredienti semplici (zucchero, farina, uova, olio extravergine di oliva, frutta secca e passita, aromi naturali ed essenze liquorose), quindi, capacità ed esperienza nella lavorazione nei formati antico e moderno: a rosette o a spirale, arrotolata o a foglia. A questo vanno aggiunti alcuni aspetti importanti appannaggio delle massaie: la passione, la scelta delle materie prime, la manualità, la fantasia nella composizione e quel “tocco in più”, a volte segreto, in grado di conferire il giusto equilibrio all’impasto. Un insieme di elementi (e di attenzioni) che hanno reso la “pitta” (la cui origine, leggende a parte, si fa coincidere con l’anno 1728) famosa in Italia e nel mondo. Fra i centri di produzione più rinomati del Cosentino oltre a San Giovanni in Fiore figura Parenti. La pitta ‘mpogliata (come viene chiamata da queste parti) è una sorta di status symbol. Il suo profumo, a dicembre, si avverte nell’aria: tra i vicoli del centro storico, in prossimità di case, forni e negozi. Ogni famiglia è impegnata a realizzare decine e decine di gustose rosette, accostate e poi cotte. Proprio a Parenti si è tenuta la prima edizione della “Miglior pitta ‘mpigliata”, iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Cultura e Sila” che ha previsto un convegno, la degustazione e la premiazione di tre dolci fra i circa venti in gara, alcuni dei quali sfornati “oltre confine”. Hanno relazionato Gianluigi Johnny Guarascio (assessore comunale), Eveline Belcastro (consigliere comunale con delega alla Cultura), Antonio Simarco (docente, esperto di tradizioni locali), Carla Perri (biologa nutrizionista), Giuseppe Scalzo (imprenditore) e Donatella Deposito (sindaco del luogo). “Fare la pitta ‘mpigliata nelle case dei parentesi – ha affermato quest’ultima – è un momento di condivisione importantissimo”. La giuria del concorso ha assegnato i premi a Luigina Vizza (3° posto), Maria Vizza-Dania Guarascio (2° posto), e Rosalba Cataudella-Monterossi (1° posto) di Catanzaro. “L’iniziativa mi ha riempito di energia positiva – ha dichiarato la vincitrice. Adoro la Calabria (la signora è di origini piemontesi, nda), amo portare avanti le tradizioni e quella della pitta ‘nchiusa (su ricetta della suocera, nda) è una di quelle a cui la mia famiglia è legata maggiormente”. L’iniziativa si è arricchita della presenza del comandante della stazione Carabinieri di Parenti, Annabella Crocco, e del parroco don Ubier Henao Castaneda.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita