Rogliano, dieci anni fa la scomparsa di Pierino Buffone
UNA VICENDA umana e politica capace di caratterizzare buona parte del Novecento e di “sconfinare” nel XXI° secolo lasciandosi alle spalle un insieme di pensieri e di azioni come pochi altri nella storia della Calabria moderna e post-moderna. Una esistenza vissuta con dinamismo, con il carisma dei protagonisti, mai con boria, con intelligenza, determinazione, capacità di lettura del tempo e della società, guardando al futuro quasi con preveggenza, sicuramente con l’intuito di chi possiede doti innate e le mette in atto con passione e generosità, con coraggio quando si tratta di assumere posizioni antitetiche. Ne sono testimonianza fatti, aneddoti, alcuni rappresentativi del contesto istituzionale, altri legati alla vita delle Comunità locali di cui è espressione autentica e genuina. Lo capisce don Luigi Nicoletti, il sacerdote impegnato nell’associazionismo cattolico, che nelle sue qualità (e capacità) ripone fiducia per l’affermazione, a partire dalla seconda metà degli Anni ‘40, del progetto Democrazia Cristiana. Lui è un giovane brillante, caparbio, empatico, possiede un’arte oratoria straordinaria. Pierino Buffone nasce a Rogliano il 23 dicembre 1917 (per l’anagrafe il 2 gennaio 1918). Animatore, sindacalista, sostenitore delle lotte contadine, svolge il servizio di leva nel comparto militare sanitario. Sindaco nel 1952 (ruolo che manterrà per quasi 40 anni), deputato dal 1953 al 1976, l’onorevole (come viene chiamato) ricopre anche il ruolo di presidente di Commissione parlamentare e di sottosegretario di Stato alla Difesa. Numerosi, nel corso del suo mandato, gli interventi in aula e le proposte legislative.
A Cosenza, oltre a quello di dirigente DC riveste funzioni di presidente della Coldiretti, del Consorzio Agrario e del Parco Nazionale della Sila della cui legge istitutiva è primo firmatario. “I tratti biografici del personaggio – scrive il giornalista Ferdinando Perri – disegnano una parabola straordinaria lungo un cursus honorum che lo pone come esempio di riscatto di un Mezzogiorno votato a darsi una dignità nell’agone politico, fomentato dai grandi divari del Paese”. Il contributo di Pierino Buffone è infatti determinante per lo sviluppo sociale, economico ed infrastrutturale della regione. Anche Rogliano e la Valle del Savuto ne traggono benefici e prestigio. Buffone è “un uomo tra la gente” e leale servitore dello Stato: la porta di casa che si affaccia sulla piazza che oggi porta il suo nome è aperta a tutti: a quelli che contano ma soprattutto ai più umili. Conduce una vita semplice portando con se l’esperienza di una gioventù segnata da mille difficoltà e per questo si adopera per la costruzione di strutture d’interesse pubblico sino a battersi come un leone, in tarda età, per scongiurare il ridimensionamento dell’ospedale Santa Barbara. Non ostenta ricchezze, non viene coinvolto in scandali, distribuisce averi ai poveri con discrezione. Ma è pure un ambientalista ante litteram, un amante della tradizione, uno “sponsor” della Calabria nel mondo. Si definisce un “laureato elementare” ma anche un “cavallo di razza”. E’ amato dai sostenitori, rispettato dagli avversari. Si spegne il 29 gennaio 2013. Buffone ha saputo guardare lontano, gestire trionfi e sconfitte, dialogare con i potenti e con i disperati occupando un posto importante nella storia della Prima Repubblica.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita