Disabilità, convegno Rotary a Piano Lago. Tra i relatori la campionessa paralimpica Anna Barbaro
UNA SALA gremita, quella che ha accolto la campionessa paralimpica Anna Barbaro nei lavori del rotariano club, nel convegno di sabato primo aprile dove si è parlato di diversità, diritti delle persone con disabilità e inclusione. Lei nativa di Melito Porto Salvo (Rc), è madre, moglie, atleta della nazionale italiana paratriathlon e del gruppo sportivo Fiamme Azzurre. Una vita costellata da vittorie e podi, nazionali e internazionali, a seguire solo un accenno: argento Paralimpiadi Tokyo 2020, argento Mondiale 2021 di Abu Dhabi, prima classificata Coppa del Mondo 2019 Banyoles, 2019 Alanya prima classificata. Punta sul valore aggiunto dello sport, la famiglia è al primo posto, ma il suo più grande idolo è suo padre. Quanto fa paura la diversità? «Non è la diversità che fa paura ma è lo sconosciuto che spaventa – dice la campionessa – se ci facciamo conoscere poco gli altri avranno sempre paura di avvicinarsi a noi. Se qualcosa non funziona non è solo responsabilità di chi nutre paura nei confronti dell’argomento, ma siamo noi che ci poniamo verso gli altri con un atteggiamento di chiusura a riccio che non è mai produttivo, in nessuna circostanza o rapporto». L’incontro ha messo al centro la persona indipendentemente dalla sua condizione; un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica al tema delle disabilità e lo si è fatto attraverso numerosi interventi del mondo dell’associazionismo, genitori e professionisti del settore, una panoramica tra traguardi raggiunti ma con lo sguardo rivolto al futuro; esperienze che accendono un faro, tracciano le linee delle prospettive, opportunità, per la costruzione di una vita autonoma e indipendente. Non si può immaginare la disabilità come un’area riservata ai servizi sociali, al contrario, si è tutti coinvolti, ma è importante avere le tre fasi di conoscenza, confronto e divulgazione. «È fondamentale educare ad accettare gli altri in qualsiasi condizione si trovino e stasera si parla di disabilità – dice il presidente Club Rogliano Valle del Savuto, Antonio Renzelli – tutti abbiamo diritto ad essere diversi, vedi anche ONU e Diritti dell’uomo. La diversità deve essere accettata come arricchimento, fa paura perché non si è stati educati» e dello steso avviso è Saverio Marrello, presidente commissione DEI del club roglianese: «molti non sanno come approcciarsi alla diversità e gli approcci non possono essere uguali per tutti. Conoscenza, educazione e sensibilità emotiva sono le armi vincenti per eliminare la teoria dello scarto e abbracciare quella dell’inclusione» se si vuole parlare di inclusione. Qual è stata la molla scatenante che ha determinato l’ingresso nel mondo sportivo? «Perdere la vista a 25 anni, per una malattia incurabile, vedersi crollare il mondo addosso … una bella sfida da affrontare ogni singolo giorno. I progetti di vita che avevo, erano ben lontani dallo sport. Quando ho perso la vista mi stavo lasciando andare poi c’è stata una molla, mio padre da una parte e poi una frase di un medico che mi ha fatto riflettere sul valore di ogni singolo giorno. Da allora è scattata una molla dentro di me, ho pianto tanto poi mi sono detta che dovevo decidere se vivere o sopravvivere e io ho deciso di vivere, di svegliarmi felice perché ho un nuovo giorno da vivere e di addormentarmi felice di quello che ho fatto durante quel giorno».
(Simona De Donato)