“Caro Sindaco ti scrivo …”. Lettera aperta di Cristina Guzzo a Giovanni Altomare

CARO SINDACO,

dove l’affettuoso appellativo è riferito alla carica che rivesti e verso la quale nutro enorme e profondo rispetto. Ti scrivo queste righe, che temo non saranno poche e che renderò pubbliche, perché non ti scrivo per questioni personali, ma in quanto membro di questo territorio e di un Comitato che ha tentato, negli ultimi mesi, di lavorare con te e con gli altri sindaci del comprensorio a sud di Cosenza. Lo so, già col viso preoccupato, starai continuando la tua lettura di queste poche e insignificanti righe, ma volevo esternarti, dopo alcune settimane di riflessione e di delusione, il mio profondo rammarico per quanto accaduto. Esternazioni poco felici, sicuramente da me non condivise nella forma, ti hanno dato quella scusa per interrompere un dialogo costruttivo che solo per nostra volontà era stato portato avanti negli ultimi mesi. E pur comprendendo la necessità di difendere un ruolo ed una immagine istituzionale, ritengo che lo si poteva fare senza tentare di distruggere l’azione del Comitato, ma tranquillo che il tentativo non è andato a buon fine! Come tu ben sai, faccio parte del Comitato o meglio di un gruppo di cittadini che da mesi ha deciso di confrontarsi per comprendere i bisogni del territorio che tutti viviamo e di dare il nostro piccolo contributo, piccolo senza falsa modestia, per cercare di lasciare il mondo un po’ migliore di quello che abbiamo trovato. Questo ci ha portato ad occuparci in primo luogo del problema Sanità, sì perché la Sanità da noi non è un diritto, da noi la Sanità è un problema! Dopo anni di effettivo silenzio assordante, dopo esserci confrontati, aver cercato di capire le problematiche oltre che le esigenze che sono sotto gli occhi di tutti, abbiamo immediatamente compreso che la nostra azione doveva essere condivisa e concordata con le istituzioni locali in primis e poi con quelle regionali. Non ci andava e non ritenevamo utile in quel momento organizzare semplicemente delle manifestazioni volte a raccogliere gente, qualche legittima urla di protesta, magari qualche catena come in passato qualcuno ha inteso fare, e abbiamo appunto deciso di confrontarci con le nostre istituzioni locali per avere da loro quell’appoggio o quantomeno quel confronto, sempre utile e necessario.

Sei stato il primo sindaco con il quale ovviamente ci siamo confrontati, superando tutte le perplessità rispetto alla possibilità di trovare una sponda sicura o meglio un confronto costruttivo.Con fatica abbiamo cominciato a ragionare insieme, abbiamo agito al fine di riunire anche e soprattutto con il tuo aiuto guida, gli altri sindaci del comprensorio. Ci siamo affiancati ad altri comitati presenti sul territorio che condividevano la nostra azione e la nostra metodologia. Abbiamo condiviso, chiedendo e accettando un confronto, un documento ricco di proposte, di spunti, un punto per iniziare a camminare insieme. Come comitato abbiamo evitato di cadere nella trappola di numerose provocazioni che sono provenute proprio lì dove doveva esserci il confronto: abbiamo ignorato le telefonate, i nuovi documenti stilati in ripetizione a quelli già esistenti, gli articoli di giornale ed i tentativi di boicottamento, sempre pronti a chiarire e a misurarci sul confronto costruttivo. Tu sai, ma lo scrivo per chi leggerà e ancora non sa, l’abnegazione di alcuni membri del comitato (si legga Giuseppe Tiano) di cui mi pregio di far parte, rispetto alla ricerca costante di un appuntamento di un’attenzione (sappiamo tutti che solo grazie a lui abbiamo avuto tante interlocuzioni e ci siamo seduti intorno ad un tavolo regionale e non). Solo grazie a queste persone che hanno dedicato il proprio tempo e le proprie capacità, abbiamo ottenuto tanto. Ne comprendo pertanto la rabbia quando qualcuno subdolamente tenta di far saltare il banco! E come Comitato siamo stati attenti nel tentativo di coinvolgere in maniera costruttiva voi primi cittadini. Lo abbiamo sostenuto questo movimento di territorio, fatto di cittadini e istituzioni che andavano a sedersi sui tavoli del potere regionale, chiedendo attenzione. L’abbiamo ottenuta quell’attenzione! Attenti a misurare ogni parola, il nostro orgoglio nel poterci sedere a determinati tavoli e dire: non siamo soli, ma vi portiamo le istanze del territorio, i sindaci condividono la nostra azione. Attenti c’è un territorio organizzato che vuole avere risposte! Sì perché lo dico per inciso e con forza e rivolgo un appello anche agli altri amici sindaci del territorio, che ci sono stati vicini in questi mesi, spesso sedendosi con noi a quei tavoli: solo se saprete organizzarvi come Istituzioni allora questo territorio ricomincerà ad aver voce. Non importa se questa o quella cittadina conta 500 o 7000 abitanti, se “rosso” o “nero” o “bianco” il sindaco che lo rappresenta: uniti potrete difendere i vostri concittadini, separati rischiate di stare attenti solo al posto in cui sedete.

Noi come cittadini abbiamo avuto la capacità di sederci ad un tavolo e parlare col cuore in mano persone ideologicamente così diverse: questo doveva essere preso di esempio da parte di quelle istituzioni locali, magari anche ideologicamente distanti, ma mi spiace dirlo, sempre troppo attente al voler apparire in prima fila per il taglio di un nastro, ma non pronte a ricucire, sempre solo nell’interesse del perseguimento del bene comune. Mi spiace che l’azione personale di qualcuno sia stata, devo dire con facilità e prevedibilità, fatta ricadere su un gruppo di persone che ha fatto di tutto pur di non cedere a provocazione. Mi spiace che nonostante il dialogo ricercato anche nelle ultime settimane ci sia stata sbattuta la porta in faccia; già lo immagino, la scusa sarà che non sono arrivate le scuse, ma permettimi, caro sindaco, di dubitare che sarebbero state sufficienti. Domattina magari mi si dirà che io, che non ho fatto determinate esternazioni, non ho chiesto scusa o espresso la mia personale vicinanza (che sia ben chiaro, io la mia personale vicinanza la esprimo all’amico di cui comprendo la frustrazione, anche se non ne condivido il modo, ma sono persona leale e sarò sempre seduta al tavolo con lui nonostante la mia diversità di vedute. Anzi questo ci rende forti). Oppure ci si dirà che le scuse sono arrivate tardi, oppure ci si dirà che ormai è irrimediabile perché non si è risposto al telefono … . Insomma non nascondiamoci dietro un dito: per litigare e distruggere è facile trovare le occasioni, per ricostruire e dialogare lì si vede la potenza e la Forza di un uomo! Io ti invito oggi pubblicamente a voler darmi torto, a voler ricominciare quel dialogo lì dove è stato interrotto, invito te e tutti i sindaci del comprensorio: non perché qualcuno voglia stare al vostro fianco al taglio di un nastro, a me personalmente interessa nulla e sono certa di poter parlare a nome di tutti i membri del comitato. Tra l’altro faccio notare sommessamente che non è l’inaugurazione di un reparto che risolve tutti i problemi della nostra Sanità, anche perché, ma parlo da ignorante, un po’ monco un reparto che non può contare neanche su un laboratorio analisi presente in loco e neanche su un punto prelievo! Ma voi tagliate tutti i nastri che volete, incensatevi e prendetevi tutti i meriti che volete, poco mi importa.

A me interessa semplicemente che: si possa tornare a fare un prelievo nel mio ospedale e magari l’analisi, una radiografia, una visita specialistica; scegliere il medico di base o il pediatra senza andarlo a cercare a Canicattì; pagare un ticket senza dover prendere un giorno di permesso; ricominciare ad avere azioni sul territorio di vera sanità! A me interessa vivere un territorio governato da persone capaci di fare l’interesse del territorio, capaci di capire qual è il treno su cui salire, che consenta di crescere e ottenere servizi e sviluppo.È difatti sotto gli occhi di tutti che questo territorio vive l’impossibilità di farsi un prelievo nel nostro ospedale, e sottolineo nostro! L’impossibilità di farsi una radiografia, il desertodi personale di alcuni luoghi come l’azienda sanitaria. Le lotte contro i mulini a vento spesso allorquando direttamente o indirettamente ci è stato detto: lasciate stare è stato già tutto deciso ma da tempo … . Avvilente caro sindaco sapere, come è stato, che se ho problemi di salute io so dove andare con tutti i sacrifici del caso ma magari i miei concittadini no! Questo è un mio tentativo di tendere la mano, sempre disponibile a dialogare e a costruire per il bene comune. E ti scrivo caro sindaco alla vigilia delle festa dei lavoratori, perché anche la nostra azione congiunta sia un segno di rispetto non solo nei confronti di noi cittadini, ma di tutti coloro i quali lavorano nel mondo della sanità e da tanto, troppo tempo, voi istituzioni non li avete accompagnati, nonostante il loro grido di aiuto si sia levato da tanto.In attesa di un tuo gesto di distensione mi rivolgo anche ai sindaci cui cercherò di far pervenire questa mia missiva, certa che insieme e per il bene della Comunità vorrete continuare quel percorso virtuoso iniziato Noi ci siamo e ci saremo.

Cristina Guzzo, componente Comitato Civico <Cosenza Sud>

Appunto perché mi sono fermata a pensare, ma non ho pensato di fermarmi… appunto perché sono fatta così e spero di riuscire ad essere sempre chiara leale e lineare … appunto perché nonostante tutto e tutti non mi arrendo e voglio lasciare il mondo un po’ migliore di come lo ho trovato … condivido una lettera aperta che ho appena inviato al mio primo cittadino Giovanni Altomare e a tutti i sindaci del comprensorio per conoscenza.Con l’intento che sia sempre uno spunto da cui partire per crescere perché tutti noi passeremo, a ognuno di noi decidere che segno lasciare. Io voglio poter continuare a dire a mio figlio: è stata una lunga battaglia ma io ho combattuto e ci ho provato!

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