Dal Telesio al Teatro greco di Siracusa. Altilia, la storia del giovane attore Lorenzo Patella
LA STORIA è quella Lorenzo Patella, giovane attore di Altilia. Lorenzo frequenta la classe quinta del liceo classico “Bernardino Telesio” (che nell’anno scolastico 2015/2016 inaugura le officine teatrali) quando decide di partecipare alle selezioni per entrare a far parte di una compagnia amatoriale. E’ l’inizio di un cammino artistico straordinario, il coronamento di una passione, quella per la recitazione e per la musica. Passione coltivata sin da bambino a Maione, località di cui è originario. Conseguita la maturità continua a frequentare il laboratorio telesiano vestendo i panni di Edipo in Edipo Re da Tebe a Colono, di Oreste nella trilogia dell’Orestea, de il Messaggero in Ippolito e Fedra e di Giasone in Medea e i segreti della nave Argo. “Il Telesio – spiega – è stato determinante per la scelta del mio percorso universitario, dove ho preso lettere classiche laureandomi con una tesi su <Simposio greco>. E’ stato decisivo anche per la mia successiva formazione teatrale”. Lorenzo esprime parole di elogio all’indirizzo dei docenti Flavio Nimpo e Antonello Lombardo, rispettivamente autore e regista delle officine teatrali del prestigioso istituto cosentino: “con loro due in particolare mi sento spesso, seguono i miei successi con grande affetto ed ora attendono il mio debutto al Teatro greco di Siracusa”. Nel frattempo viene notato dall’attrice Melania Giglio, allieva di Luca Ronconi, quest’ultimo direttore della Scuola del Teatro Stabile di Torino. E’ proprio la Giglio a introdurre Patella in importanti ambienti del teatro della Capitale. Da qui l’approdo all’Istituto Nazionale del Dramma Antico (I.N.D.A.) e la possibilità di esordire alle rappresentazioni classiche dello storico teatro siciliano. “Prima di partire ho fatto visita al mio ex liceo, non c’è più il ginnasio, la modernità ha sposato la classicità. Resta – conclude l’attore – il peso di una storia e di valori che anche a Roma conoscono e che spero tanto possano essere conservati e custoditi”.
(Gaspare Stumpo)
Fonte: Parola di Vita